ecco il terzo post.
Carissimi amici e amiche come vedete
Carissimi amici e amiche come vedete
la bella storia continua con la terza parte
anche qui qualche foto che ricorda Desenzano
Luca lo scrittore!!!
il Guardiano il poeta
anche qui qualche foto che ricorda Desenzano
Luca lo scrittore!!!
il Guardiano il poeta
Avventura sull’isola che c’è parte 5
Cosa fossero quelle barche rimase appesa tra gli alberi della nostra amata isola, e Nigel decise di fare a turno sul faro, pertanto decidemmo io e il guardiano di vegliare durante la notte per il timore di un attacco improvviso.
Tomaso ci raccontò cosa stava succedendo sulla terra ferma, e noi con la tristezza nel cuore pensavamo ai nostri cari amici rimasti lì nel vortice degli eventi.
Dopo alcuni giorni io notai dei rottami rimasti incagliati sugli scogli davanti all’isola. Li feci notare a Nigel e immediatamente salimmo sulla nostra scialuppa di salvataggio che di solito usiamo tutt’ora per recuperare i naufraghi o accogliere le navi le quali trovano difficile entrare nel nostro porticciolo. Dopo alcune remate raggiungemmo il primo scoglio trovando un’insegna di un’imbarcazione con su scritto una mezza parola “ Iana” molto probabilmente una nave caduta in chissà quale vortice di vento o d’acque.
Io e nigel ci scambiammo una veloce occhiata dove si leggeva la nostra apprensione. Nigel da buon marinaio diede una rapida occhiata verso l’orizzonte. Scosse la testa e mi fece cenno di
tornare indietro, fu in questo momento che udimmo urla di due persone, molto probabilmente chi si era salvata dall’affondamento della nave.
In lontananza vedemmo una nave che con la vela totalmente nera, si avvicinava a due figure attaccate all’albero di un’imbarcazione che ormai galleggiava facendo da supporto per quei
Sventurati. Io sotto consiglio di Nigel estrassi il piccolo cannoncino che portavamo sempre con noi per la difesa e lo caricai. Con una manovra da censura Nigel riuscì ad andare verso le due figure, ma intanto la nave con la vela nera si avvicinava sempre di più. Io da lontano riconobbi Angela e Raffi che disperate chiedevano aiuto. Una corsa contro il tempo ecco cosa era quella specie di regata. Nigel con una manovra da stratega del mare riuscì a mettere la nostra imbarcazione tra le due naufraghe e la nave con la vela nera, riuscendo così a dare una sorta di protezione alle due amiche. Io rimasi pronto con il cannoncino carico, ed al primo accenno di velleità della nave con la vela nera, sparai un colpo direttamente al drappo lacerandolo in più parti. Immediatamente Nigel raggiunse le due naufraghe ed io con un altro colpo caricato mi prestavo a ricolpire la nave, quando una sventagliata di proiettili sfiorò la nostra piccola goletta. La freddezza di Nigel ha permesso di farci mettere la nostra imbarcazione dietro gli scogli, facendo di fatto che questi diventassero scudo dalla minaccia.
Angela e Raffi erano spaventatissime, e Nigel diede loro una goccia di cordiale per farle riprendere. La nostra goletta tornò al suo letto, mentre la nave con la vela nera ormai lacerata, si dovette allontanare verso il largo.
Chi erano quelli sulla nave con la vela nera? Come mai Angela e Raffi erano inseguite?
Ne io ne Nigel chiesimo nulla poiché prima di tutto si doveva far rifocillare e riposare le naufraghe, intanto raccontammo tutto a Tomaso Carloe Gianna, la quale si prodigò nel preparare un buon pasto alle due poverette.
Tomaso ci raccontò cosa stava succedendo sulla terra ferma, e noi con la tristezza nel cuore pensavamo ai nostri cari amici rimasti lì nel vortice degli eventi.
Dopo alcuni giorni io notai dei rottami rimasti incagliati sugli scogli davanti all’isola. Li feci notare a Nigel e immediatamente salimmo sulla nostra scialuppa di salvataggio che di solito usiamo tutt’ora per recuperare i naufraghi o accogliere le navi le quali trovano difficile entrare nel nostro porticciolo. Dopo alcune remate raggiungemmo il primo scoglio trovando un’insegna di un’imbarcazione con su scritto una mezza parola “ Iana” molto probabilmente una nave caduta in chissà quale vortice di vento o d’acque.
Io e nigel ci scambiammo una veloce occhiata dove si leggeva la nostra apprensione. Nigel da buon marinaio diede una rapida occhiata verso l’orizzonte. Scosse la testa e mi fece cenno di
tornare indietro, fu in questo momento che udimmo urla di due persone, molto probabilmente chi si era salvata dall’affondamento della nave.
In lontananza vedemmo una nave che con la vela totalmente nera, si avvicinava a due figure attaccate all’albero di un’imbarcazione che ormai galleggiava facendo da supporto per quei
Sventurati. Io sotto consiglio di Nigel estrassi il piccolo cannoncino che portavamo sempre con noi per la difesa e lo caricai. Con una manovra da censura Nigel riuscì ad andare verso le due figure, ma intanto la nave con la vela nera si avvicinava sempre di più. Io da lontano riconobbi Angela e Raffi che disperate chiedevano aiuto. Una corsa contro il tempo ecco cosa era quella specie di regata. Nigel con una manovra da stratega del mare riuscì a mettere la nostra imbarcazione tra le due naufraghe e la nave con la vela nera, riuscendo così a dare una sorta di protezione alle due amiche. Io rimasi pronto con il cannoncino carico, ed al primo accenno di velleità della nave con la vela nera, sparai un colpo direttamente al drappo lacerandolo in più parti. Immediatamente Nigel raggiunse le due naufraghe ed io con un altro colpo caricato mi prestavo a ricolpire la nave, quando una sventagliata di proiettili sfiorò la nostra piccola goletta. La freddezza di Nigel ha permesso di farci mettere la nostra imbarcazione dietro gli scogli, facendo di fatto che questi diventassero scudo dalla minaccia.
Angela e Raffi erano spaventatissime, e Nigel diede loro una goccia di cordiale per farle riprendere. La nostra goletta tornò al suo letto, mentre la nave con la vela nera ormai lacerata, si dovette allontanare verso il largo.
Chi erano quelli sulla nave con la vela nera? Come mai Angela e Raffi erano inseguite?
Ne io ne Nigel chiesimo nulla poiché prima di tutto si doveva far rifocillare e riposare le naufraghe, intanto raccontammo tutto a Tomaso Carloe Gianna, la quale si prodigò nel preparare un buon pasto alle due poverette.
Davanti ad un manicaretto di Gianna le due amiche iniziarono a raccontare la loro avventura, iniziò Angela.
Sulla terra ferma una sommossa stava facendo incetta di tranquillità e serenità, i briganti hanno ormai preso il potere, e hanno imprigionato chi dissentiva da loro. Io e raffi siamo scampate per caso a questa sommossa, nascondendoci nella vecchia casa di Luca che ormai sapevano via da quelle terre. Una notte decidemmo di partire anche noi per raggiungere almeno >>la terra di reveland<<, ma la mia imbarcazione era stata scovata e distrutta nel rogo di giorni prima.” Qui angela si interrompe e ebbe uno sguardo malinconico per la sua imbarcazione a cui era molto legata per i suoi trascorsi e il suo vissuto. Continuò Raffi il racconto dicendo:”si, l’unica imbarcazione rimasta era la mia, >>la veneziana<< ed allora in piena notte riuscimmo a raggiungere il piccolo porto dove era nascosta la mia piccola nave.” Qui raffi ebbe un lungo momento di riflessione, che permise a Gianna di donare alle amiche un sorriso rassicurante. Io Nigel Tomaso e Carlo eravamo estasiati dal racconto delle due coraggiose viaggiatrici.
Raffi riprese il racconto:” La luna ci diede una mano con la sua immensa luce notturna e salpammo verso le due e mezza di notte, riuscimmo a salpare senza alcun problema. Purtroppo dalla fortezza si accorsero che un’imbarcazione si stava allontanando dalla terra prendendo il largo. Ci misero alle costole la nave >>bodrogo<<>>Bodrogo<< è nave veloce ed in poche ore riuscì a cancellare il nostro margine.
Sia io che Angela siamo riusciti a contenere i loro attacchi, convinte che ci volevano vive perciò alle nostre manovre evasive i rivali avevano la mano morbida poiché sparavano solo delle piccole scariche di avvertimento.”
Qui raffi prese un boccone e lasciò continuare Angela nel suo racconto.
“si infatti è andata avanti per alcuni giorni sin quando decisero di sparare una bordata con il cannone che devastò >>la Veneziana<<. La palla di cannone spezzò il ponte in due, ma raffi ebbe la prontezza di staccare l’albero della vela e gettarlo in mare. Ci buttammo in acqua, ed io riuscì a vedere in lontananza della terra, e con la speranza nel cuore siamo riuscite a condurre il nostro pezzo di salvezza verso quel brandello di speranza. Raffi vide del fumo verso quella spiaggia e decidemmo di urlare più che potevamo. Il resto poi lo sapete grazie a Nigel e a Mut eccoci qui!”
Angela sorrise terminando il proprio cibo nel piatto. Tomaso ricordò di aver visto due navi che si avvicinavano ed allora comprese chi fossero quelle due imbarcazioni. Insieme decidemmo di fare una sorta di protezione all’isola, e così si decise il piano di difesa.
Sulla terra ferma una sommossa stava facendo incetta di tranquillità e serenità, i briganti hanno ormai preso il potere, e hanno imprigionato chi dissentiva da loro. Io e raffi siamo scampate per caso a questa sommossa, nascondendoci nella vecchia casa di Luca che ormai sapevano via da quelle terre. Una notte decidemmo di partire anche noi per raggiungere almeno >>la terra di reveland<<, ma la mia imbarcazione era stata scovata e distrutta nel rogo di giorni prima.” Qui angela si interrompe e ebbe uno sguardo malinconico per la sua imbarcazione a cui era molto legata per i suoi trascorsi e il suo vissuto. Continuò Raffi il racconto dicendo:”si, l’unica imbarcazione rimasta era la mia, >>la veneziana<< ed allora in piena notte riuscimmo a raggiungere il piccolo porto dove era nascosta la mia piccola nave.” Qui raffi ebbe un lungo momento di riflessione, che permise a Gianna di donare alle amiche un sorriso rassicurante. Io Nigel Tomaso e Carlo eravamo estasiati dal racconto delle due coraggiose viaggiatrici.
Raffi riprese il racconto:” La luna ci diede una mano con la sua immensa luce notturna e salpammo verso le due e mezza di notte, riuscimmo a salpare senza alcun problema. Purtroppo dalla fortezza si accorsero che un’imbarcazione si stava allontanando dalla terra prendendo il largo. Ci misero alle costole la nave >>bodrogo<<>>Bodrogo<< è nave veloce ed in poche ore riuscì a cancellare il nostro margine.
Sia io che Angela siamo riusciti a contenere i loro attacchi, convinte che ci volevano vive perciò alle nostre manovre evasive i rivali avevano la mano morbida poiché sparavano solo delle piccole scariche di avvertimento.”
Qui raffi prese un boccone e lasciò continuare Angela nel suo racconto.
“si infatti è andata avanti per alcuni giorni sin quando decisero di sparare una bordata con il cannone che devastò >>la Veneziana<<. La palla di cannone spezzò il ponte in due, ma raffi ebbe la prontezza di staccare l’albero della vela e gettarlo in mare. Ci buttammo in acqua, ed io riuscì a vedere in lontananza della terra, e con la speranza nel cuore siamo riuscite a condurre il nostro pezzo di salvezza verso quel brandello di speranza. Raffi vide del fumo verso quella spiaggia e decidemmo di urlare più che potevamo. Il resto poi lo sapete grazie a Nigel e a Mut eccoci qui!”
Angela sorrise terminando il proprio cibo nel piatto. Tomaso ricordò di aver visto due navi che si avvicinavano ed allora comprese chi fossero quelle due imbarcazioni. Insieme decidemmo di fare una sorta di protezione all’isola, e così si decise il piano di difesa.
continua
Spero che anche questa terza parte l'abbiate pure gradita.
Vi lascio con un forte abbraccio dal vostro sempre amico.
Tomaso