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lunedì 31 ottobre 2016

CONTINUA LA STORIA DEL BLOG COLLETTIVO QUARTA PARTE

Carissimi amici e amiche ecco l'ultima parte di questo 
bellissimo racconto che il caro Luca volle fare ha tutti noi.

Qui sottostante metto una strana foto, dall'aviatore Tomaso, 
il bravo Guardiano in una foto montaggio mi vedeva così.
 Tomaso D'Egitto
Niger il personaggio del giorno  


Iniziarono immediatamente i preparativi per rafforzare le difese del nostro piccolo paradiso di tranquillità.
Il faro divenne il centro dell’impianto difensivo, infatti da quella posizione si può vedere tutto ciò che è scoperto. Si decise di porre una barriera sfruttando gli scogli senza però negare il riflusso d’acqua alla baia. In quei giorni accadde un fatto molto dolce o meglio un arrivo squisitamente dolce.
In quei giorni di frenesia scattò l’allarme per un avvistamento subito rientrato perché Nigel riconobbe immediatamente la barca della sua amica Esmeralda. Si, lei, la maga dell’ignoto comparve sull’isola come una visione, accolta da tutti noi con giubilo e felicità. Nigel si prodigò a cercarle un rifugio solo per lei, tuttavia la Maga si fermò in attesa di sistemazione, da Angela e Raffi.
Esmeralda ci raccontò di aver avvistato due navi in avvicinamento all’isola armate di tutto punto. La preoccupazione delle signore isolane crebbe a queste parole, invece noi eravamo convinti di non aver problemi e di riuscire a difendere il nostro paradiso.
Già, quelle navi, perché attaccare la nostra isola? Perché distruggere il nostro brandello di serenità?

Decidemmo di dare compiti precisi ad ogni abitante dell’isola ed infatti Tomaso divenne il nostro
sindaco il quale si propose di uscire in volo ad ispezionare dall’alto le nostre coste.
Tomaso decise di farlo immediatamente presa la propria carica di sindaco. Il sindaco si imbragò e prese il suo deltaplano e si lanciò dal dirupo che difendeva l’isola a sud della stessa.
Dopo due orette circa tornò e il suo rapporto ci fece rimanere sgomenti. Confermò che due navi si stavano avvicinando all’isola però erano solo le due apripista, infatti dietro vi erano altre quattro navi che completavano la flotta d’assalto. In pochi giorni sarebbero arrivate senza ombra di dubbio. La minaccia era molto vicino.


L’emmergenza sull’isola era come una spada di Damocle, confermata anche dalla Maga Esmeralda la nuova arrivata. Sei navi si avvicinavano al nostro piccolo paradiso.
Nigel decise con il nostro consenso di spegnere il faro per evitare che i nemici potessero avere un riferimento durante la notte.
Tomaso fece un’ulteriore sopraluogo dall’alto, confermando la flotta in avvicinamento con una piccola e sostanziale differenza dai giorni precedenti. La flotta era sparpagliata, molto probabilmente per cercare meglio la nostra isola.
Passarono ancora due giorni di apprensione dall’ultimo sopraluogo di Tomaso, tra rafforzamenti delle barriere e i molteplici controlli alle armi in possesso dell’isolani.
Il sole era già alto da tempo quella mattina, quando in lontananza vidi chiaramente la vela nera che inesorabilmente si avvicinava. Diedi subito l’allarme, e preparammo le armi di difesa. Decidemmo di nasconderci e attendere l’avvicinamento della nave nemica. Furono ore di ansia dove la nostra mente vagò tra piccole strategie e grandi tensioni.
Io e Nigel eravamo sulle due sponde estreme della baia, dove avevamo ben in vista sia l’isola che il mare aperto, Carlo era sulla collina pronto per sparare le sfere fiammeggianti per cercare di bruciare gli avversari, e Tomaso sul faro che dava i comandi dell’operazione. Raffi e Angela erano sulle coste alte prive di spiagge per controllare se l’attacco avveniva anche da quella parte.
Esmeralda e Gianna difendevano armate sino ai denti il magazzino dove Nigel o io ci strafogavamo ogni tanto di nascosto da tutti.
La nave era sempre più prossima, e appena fecero scendere le scialuppe Tomaso diede l’ordine di colpire con i cannoni laterali. Io e Nigel sparammo verso le scialuppe, e gli occupanti caddero in mare senza però soccombere. Si, gli ordini perentori di Tomaso erano va bene sparare ma senza danneggiare la vita di nessuno. Su questo non vi era stata nessuna defezione. Visti in mare noi non abbiamo infierito, tuttavia la nave ostinatamente si avvicinava. La nave si avvicinava inesorabilmente con il chiaro intento di distruggere le nostre barriere. Tomaso diede un ulteriore comando di far fuoco sia a me che a Nigel, e scese appena dato l’ordine per andare sulla goletta con l’intenzione di recuperare qualche cosa della nave qual’ora fosse stata distrutta dalle nostre bordate.
La nave si avvicinava sempre di più, ma da un cenno di Nigel dall’altra parte del golfo mi fece notare che dietro v’era un’altra nave in avvicinamento. Appena vicina alle barriere sparai alla prima nave colpendola in pieno, Nigel fece fuoco un secondo dopo di me e colpì la poppa e l’imbarcazione con la vela nera iniziò a sprofondare nel mare. Uscirono alcuni uomini dalla nave e dopo un’altra mia bordata la nave si spezzò in due.
Gli marinai della nave iniziarono a provare di scavalcare le barriere ma dopo le due fucilate di Tomaso si rituffarono in acqua e cercarono di nuotare verso la compagna nave che notarono quasi subito per la
cannonata andata a vuoto fatta dai loro compagni sull’altra imbarcazione.
Tomaso vide una figura gentile tra quei energumeni che cercava di sfuggire alla presa di uno di loro.
Vide chiaramente che era una ragazza che iniziò ad urlare per liberarsi dalla morsa dell’omaccio.
Tomaso si avvicinò alle barriere e prese la mira sparando per non ferire nessuno verso la ragazza ed l’energumeno. L’uomo con una mano teneva la fanciulla e l’altra riuscì a sparare un colpo sfiorando Tomaso alla spalla. Tomaso rifece fuoco e l’uomo intimorito lasciò la ragazza e a tutta velocità nuotò verso i suoi compagni e la nave che si stava avvicinando.

Tomaso incurante del dolore alla spalla riuscì a superare le barriere e prendere quella ragazza portandola in salvo.
Vidimo la nave che era dietro quella distrutta virare e tornare indietro appena salvati i compagni.
Per ora sembrava scampato pericolo, e immediatamente Nigel medicò Tomaso che fu sfiorato dal proiettile dell’energumeno. Ci ritrovammo davanti questa figura angelica senza comprendere chi fosse, poi alla mia domanda :”tu chi sei di grazia?” Lei con un sorriso smagliante rispose:”io sono Cinzia.” Sgomenti ci guardammo tutti accogliendo la prigioniera dei briganti come se fosse una di noi.quante domande che doveva elargire la nuova venuta. Intanto sull’isola che c’è era tornata la tranquillità, ma per quanto ancora?

Qui finisci questa storia, il nostro caro amico Luca, disse che qui mi fermo, e lascio ha chi vuole continuare la propria fantasia, ma non potemmo fare nulla il blog del faro chiuse...


Continua l'ultima parte che io terminerò
questa bella storia che porteremo sempre 
nel nostro cuore.
augurandovi a tutti una buona settimana
Vi aspetto tutti per leggere la fine di questo
racconto che lascia il segno del grande Faro.
Tornate ne vale veramente la pena!!!
Tomaso





martedì 25 ottobre 2016

CONTINUA LA STORIA DEL BLOG COLLETTIVO TERZA PARTE


Carissimi amici e amiche come vedete
la bella storia continua con la terza parte
anche qui qualche foto che ricorda Desenzano
 Luca lo scrittore!!!
il Guardiano il poeta

Avventura sull’isola che c’è parte 5

Cosa fossero quelle barche rimase appesa tra gli alberi della nostra amata isola, e Nigel decise di fare a turno sul faro, pertanto decidemmo io e il guardiano di vegliare durante la notte per il timore di un attacco improvviso.
Tomaso ci raccontò cosa stava succedendo sulla terra ferma, e noi con la tristezza nel cuore pensavamo ai nostri cari amici rimasti lì nel vortice degli eventi.
Dopo alcuni giorni io notai dei rottami rimasti incagliati sugli scogli davanti all’isola. Li feci notare a Nigel e immediatamente salimmo sulla nostra scialuppa di salvataggio che di solito usiamo tutt’ora per recuperare i naufraghi o accogliere le navi le quali trovano difficile entrare nel nostro porticciolo. Dopo alcune remate raggiungemmo il primo scoglio trovando un’insegna di un’imbarcazione con su scritto una mezza parola “ Iana” molto probabilmente una nave caduta in chissà quale vortice di vento o d’acque.
Io e nigel ci scambiammo una veloce occhiata dove si leggeva la nostra apprensione. Nigel da buon marinaio diede una rapida occhiata verso l’orizzonte. Scosse la testa e mi fece cenno di
tornare indietro, fu in questo momento che udimmo urla di due persone, molto probabilmente chi si era salvata dall’affondamento della nave.
In lontananza vedemmo una nave che con la vela totalmente nera, si avvicinava a due figure attaccate all’albero di un’imbarcazione che ormai galleggiava facendo da supporto per quei
Sventurati. Io sotto consiglio di Nigel estrassi il piccolo cannoncino che portavamo sempre con noi per la difesa e lo caricai. Con una manovra da censura Nigel riuscì ad andare verso le due figure, ma intanto la nave con la vela nera si avvicinava sempre di più. Io da lontano riconobbi Angela e Raffi che disperate chiedevano aiuto. Una corsa contro il tempo ecco cosa era quella specie di regata. Nigel con una manovra da stratega del mare riuscì a mettere la nostra imbarcazione tra le due naufraghe e la nave con la vela nera, riuscendo così a dare una sorta di protezione alle due amiche. Io rimasi pronto con il cannoncino carico, ed al primo accenno di velleità della nave con la vela nera, sparai un colpo direttamente al drappo lacerandolo in più parti. Immediatamente Nigel raggiunse le due naufraghe ed io con un altro colpo caricato mi prestavo a ricolpire la nave, quando una sventagliata di proiettili sfiorò la nostra piccola goletta. La freddezza di Nigel ha permesso di farci mettere la nostra imbarcazione dietro gli scogli, facendo di fatto che questi diventassero scudo dalla minaccia.
Angela e Raffi erano spaventatissime, e Nigel diede loro una goccia di cordiale per farle riprendere. La nostra goletta tornò al suo letto, mentre la nave con la vela nera ormai lacerata, si dovette allontanare verso il largo.
Chi erano quelli sulla nave con la vela nera? Come mai Angela e Raffi erano inseguite?
Ne io ne Nigel chiesimo nulla poiché prima di tutto si doveva far rifocillare e riposare le naufraghe, intanto raccontammo tutto a Tomaso Carloe Gianna, la quale si prodigò nel preparare un buon pasto alle due poverette.


Davanti ad un manicaretto di Gianna le due amiche iniziarono a raccontare la loro avventura, iniziò Angela.
Sulla terra ferma una sommossa stava facendo incetta di tranquillità e serenità, i briganti hanno ormai preso il potere, e hanno imprigionato chi dissentiva da loro. Io e raffi siamo scampate per caso a questa sommossa, nascondendoci nella vecchia casa di Luca che ormai sapevano via da quelle terre. Una notte decidemmo di partire anche noi per raggiungere almeno >>la terra di reveland<<, ma la mia imbarcazione era stata scovata e distrutta nel rogo di giorni prima.” Qui angela si interrompe e ebbe uno sguardo malinconico per la sua imbarcazione a cui era molto legata per i suoi trascorsi e il suo vissuto. Continuò Raffi il racconto dicendo:”si, l’unica imbarcazione rimasta era la mia, >>la veneziana<< ed allora in piena notte riuscimmo a raggiungere il piccolo porto dove era nascosta la mia piccola nave.” Qui raffi ebbe un lungo momento di riflessione, che permise a Gianna di donare alle amiche un sorriso rassicurante. Io Nigel Tomaso e Carlo eravamo estasiati dal racconto delle due coraggiose viaggiatrici.
Raffi riprese il racconto:” La luna ci diede una mano con la sua immensa luce notturna e salpammo verso le due e mezza di notte, riuscimmo a salpare senza alcun problema. Purtroppo dalla fortezza si accorsero che un’imbarcazione si stava allontanando dalla terra prendendo il largo. Ci misero alle costole la nave >>bodrogo<<>>Bodrogo<< è nave veloce ed in poche ore riuscì a cancellare il nostro margine.
Sia io che Angela siamo riusciti a contenere i loro attacchi, convinte che ci volevano vive perciò alle nostre manovre evasive i rivali avevano la mano morbida poiché sparavano solo delle piccole scariche di avvertimento.”
Qui raffi prese un boccone e lasciò continuare Angela nel suo racconto.
“si infatti è andata avanti per alcuni giorni sin quando decisero di sparare una bordata con il cannone che devastò >>la Veneziana<<. La palla di cannone spezzò il ponte in due, ma raffi ebbe la prontezza di staccare l’albero della vela e gettarlo in mare. Ci buttammo in acqua, ed io riuscì a vedere in lontananza della terra, e con la speranza nel cuore siamo riuscite a condurre il nostro pezzo di salvezza verso quel brandello di speranza. Raffi vide del fumo verso quella spiaggia e decidemmo di urlare più che potevamo. Il resto poi lo sapete grazie a Nigel e a Mut eccoci qui!”
Angela sorrise terminando il proprio cibo nel piatto. Tomaso ricordò di aver visto due navi che si avvicinavano ed allora comprese chi fossero quelle due imbarcazioni. Insieme decidemmo di fare una sorta di protezione all’isola, e così si decise il piano di difesa.
continua

Spero che anche questa terza parte l'abbiate pure gradita.
Vi lascio con un forte abbraccio dal vostro sempre amico.
Tomaso



domenica 16 ottobre 2016

ANCORA UN BLOG COLLETTIVO DA RICORDARE PRIMA PARTE

Carissimi amici e amiche, eccomi per iniziare ciò che vi avevo promesso.

Un racconto dei tre moschettieri un puro racconto di fantasia.

Carissimi amici e amiche.
eccomi nuovamente ritornato sui ricordi dei blog che io cero.
dopo aver lasciato il blog collettivo che avevo fatto il post.
Luca creo un blog e diede il nome il Faro, subito chiamò Nigel 
e io, così il faro nato nel 2007 durò oltre 2 anni.
da questa foto vedete i tre moschettieri di questo blog, 
Luca che era molto bravo in tutto, volle scrivere la vita
di questo blog che seppe stupire molti, pensate che Luca
è non vedente, aveva un PC speciale dove poteva lavorare.
Ora vengo ha questa foto, noi tre ci eravamo conosciuti in 
un newgruppofree.it nel 2006, poi nel 2007 nasce il primo blog
che vi avevo fatto vedere un post dedicato ha me, segui poi,
"il Faro" la foto che vedete è stata fatta in occasione di un nostro, incontro a Desenzano del Garda, una domenica indimenticabile
eravamo in cinque venuti da diverse regioni per incontrarci.
eccoci tutti cinque
Cinzia con i due cavalieri!!!
questi siamo i tre moschettieri del "Faro"
Sottostante ho copiato le prime due parti del racconto,
seguirà poi due  alla volta, sono otto capitoli.

Cioè  
Vi auguro buon divertimento

Avventura sull’isola che c’è parte 1

La mia avventura ha inizio quando decisi che il luogo dove stavo non era più consono alla mia persona.
Era lì la mia bella barchetta Blu, la "obergin" si così si chiama, perché assomiglia ad una mezza melanzana ma blu. Dicevo, la mi a barca era lì pronta per la pesca mattutina,che consisteva nella gettata delle reti per pescare emozioni e idee.
la sera prima di partire andai a trovare Nigel su sul faro, portandogli un poco di castagne che sapevo gli “Dei barbari attaccarono la nostra spiaggia e misero a ferro e fuoco il mio faro.” Così iniziò il racconto di Nigel, che si soffermò sulla finestra del nuovo faro come a guardare il suo vecchio eremo il quale ormai non esisteva più.
Carlo rimase senza parole Gianna incredula dalle parole mentre io mi infuriai inveendo con il fumo agli occhi, e sbattendo i pugni sul tavolo. Nigel continuò dicendo: “io sono riuscito a fuggire grazie all’aiuto di una misteriosa fanciulla, che mi aiutò a prendere la mia barca che misi in mare in piena notte…..il resto lo conoscete.” Io cercai di scrollare via quella cappa di malinconia versando del vino nei bicchieri dei miei tre amici e brindando alla buona sorte che ci aveva fatto rincontrare.
Da quella serata i giorni trascorsero serenamente e i lavori di costruzione del villaggio sull’isola proseguivano.
In una domenica di sole mentre noi ci dedicavamo ai nostri passatempi, Nigel seduto in spiaggia a scrivere, io con la mia cetra costruita da me con mezzi di fortuna cantavo e declamavo i versi del nostro guardiano, Gianna leggeva e Carlo era andato in perlustrazione dell’isola, il nostro poeta emise
Un richiamo per tutti un “guardate gente guardate l’assù!”
Tutti noi vidimo un deltaplano ed una figura che maneggiava quel magnifico mezzo di trasporto in modalità eccellente.
Guardammo le spire che disegnava nell’aria e lentamente si posò sul prato vicino alla nostra spiaggia. Durante l’avvistamento facemmo gesti per indicare al misterioso personaggio la nostra presenza. L’uomo atterrato uscì dal groviglio del deltaplano e emerse una figura imponente vestita di blu e con il casco integrale. Venne verso di noi e si tolse il casco, la nostra sorpresa fu immensa quando vedemmo il volto di Tomaso sorridente e felice giunto tra noi.
Ci raccontò li per li in breve, che in mare non riusciì a arrivare poiché la sua biancotta lo tradì due volte ed allora decise di venire per cielo visto che era un ottimo aviatore.
Ci raccontò che vide almeno due barche che si stavano avvicinando all’isola. Nel frattempo arrivò Carlo che visto Tomaso si accese di felicità. Intanto io Gianna e Nigel ci guardavamo sospettosi chiedendoci se quelle barche erano minacce o meno.
piacevano molto con i cavoli freschi in insalata. Entrai dopo aver bussato lievemente, lo vidi lì chino sulle carte con una faccia un po' sconfortata e senza il suo solito sorriso rasserenante. Appena mi vide mi disse:"huè guagliò, che cos'hai?" io non risposi, o meglio diedi colpa alla stanchezza del lavoro ed all'assenza di vacanza. Avevo qualche cosa nel groppone, e dopo aver posato le castagne sul tavolo mi sedetti al tavolino davanti proprio al guardiano. Presi la bottiglia di nigerinod il liquore del faro posta proprio sul centro e versai un po' di quel nettare nel mio bicchiere. Ne versai anche a Nigel che preso dallo scrutare delle sue carte non si accorse immediatamente del bicchiere pieno e delle castagne. Attesi qualche attimo e finito il suo lavoro il viso di Nigel si illuminò alla vista delle castagne e del bicchiere pieno. mi ringraziò con il suo sorriso confortante e lasciò da parte le sue carte. presi il bicchiere e attraverso la luce fievole della lampada appesa al soffitto, guardai la limpidezza di quel nettare che solo il guardiano riusciva a fare così mirabile.
Dopo il nostro solito santé, ci scambiammo uno sguardo di intesa perché sulla bottiglia c'era impressa la foto di lui con un grosso pesce, facendomi intendere che era un piccolo fotomontaggio per rendere il luk
 della bottiglia più carino. Iniziarono a parlare del più e del meno ed io all'improvviso gli scagliai addosso queste parole:"Nigel, io me ne vado!" mi guardò sbalordito, e spiegai velocemente cosa volessi fare.
 
Alle mie spiegazioni annuiì, e si voltò verso la finestra che dava sulla piaggia. Lo aiutai a girare la lanterna del faro nel giusto verso e dopo salutai il mio vecchio amico, dicendogli che un giorno non troppo lontano ci saremmo rivisti.
Il profumo del suo liquore mi lasciava quel ricordo un po' scanzonato dei momenti migliori. Chiusi la porta sapendo che quella era l'ultima volta che scendevo quelle scale.
La mattina dopo molto presto misi la mia Obergin in acqua e lasciai quella spiaggia con il cuore pieno di tristezza.
Luca.
Avventura sull’isola che c’è parte 2

La mia obergin aveva appena lasciato la baia del faro, quando il sonno mi colse implacabile infatti la stanchezza di quei giorni fu tale da togliermi le forze.
Sentivo solo il dolce carezzare dell’aria sulle gote e mi staccai dal mondo reale perdendomi nei meandri dei miei sogni. Si amici, mi addormentai come un pupo.
Il mare era un po’ agitato, pareva che la mia obergin desse fastidio al dio Nettuno. Inquietamente all’orizzonte vidi nuvole nere che lentamente si avvicinavano e la paura si stava insinuando nelle pieghe dei miei pensieri.
Immediatamente spensi il motore e cercai di ascoltare cosa il vento mi raccontava, ma le nubi si avvicinavano sempre di più. La mia Obergin ebbe un sussulto laterale, che spostò la prua verso ovest e mi accorsi di un puntino indefinito. In quel momento la mia speranza riprese vigore come una fiamma in un caminetto che al gettar di legna rivive.
Riaccesi il motore e girai a manetta la manopola del gas.
Il puntino si ingrandiva sempre di più, man mano mi avvicinavo e i confini diventavano sempre più definiti. Vidi una figura che pareva far gesti strani, mi accorsi che sventolava un fazzoletto rosso e con mia immensa sorpresa notai che era Carlo.
Attraccai incredulo nel porticciolo immerso nell’euforia dello scampato pericolo, intanto Carlo e Gianna mi aiutarono a mettere in salvo la mia Obergin.
Scesi con un balzo e I due amici mi accolsero nella loro capanna offrendomi una cenetta che solo Gianna poteva fare. La notte venne un acquazzone che se fossi rimasto in mare mi sarebbe stata fatale sia per me che per la mia magnifica Obergin.
Il giorno dopo iniziai a costruire la mia capanna e con Carlo decidemmo di costruire un villaggio usando i materiali trovati su quel suolo nuovo e meravigliosamente rigoglioso. Carlo mi insegnò da fare i mattoni e io provai a creare del cemento. Lentamente riuscimmo a fare una buona quantità di materiale, e in accordo con Gianna prendemmo la decisione di fare anche un faro, per aiutare le persone che passavano di lì ad orientarsi. Erano passati alcuni giorni dal mio approdo sull’isola, e mi risvegliò un forte rumore. Ancora mezzo addormentato, scrutai le onde e la spiaggia, tutto ad un tratto vidi dei resti di legname i quali potevano essere di un imbarcazione. Mi fiondai per comprendere se vi erano anche uomini su quell’imbarcazione con il cuore in gola raggiunsi i resti in un lampo. Mi si gelò il sangue quando vidi un corpo inerte sulla spiaggia riverso con la faccia nascosta da un piccolo cespuglio. Vidi che non dava segni di vita ed allora mi affrettai a raggiungere quella sagoma. Tirai verso di me quel corpo inerte scoprendo così la faccia pallida e il tempo si fermò quando vidi che quell’uomo era Nigel.
Continua

Spero  piaccia questo racconto, ha me mi ha 
molto sorpreso che Luca sia stato così bravo!!! 
Un forte  e sentito abbraccio dal vostro amico.
Tomaso

domenica 9 ottobre 2016

UNA COSA CURIOSA! UN MATRIMONIO IN CHIESA PROTESTANTE

Carissimi amici e amiche voglio farvi vedere un
 matrimonio in una chiesa protestante.

Si tratta di un amico di mio figlio, 
lui ora residente in Vietnam la sposa è vietnamita, 
mio foglio ha voluto farle un video del matrimonio, 
durata 1 ora e 30 minuti, io ho ridotto il vide, 
sarebbe stato troppo noioso vederlo tutto.  

La ripresa è stata fatta con 4 telecamere, due fisse,
che non si vedono mai, durante le riprese,
e due mobili, se notate dalle foto che io ho ricavato
dal video, noterete i cerchi rossi, nel cerchio più grande 
si nota mio figlio con un monitore in mano con il quale
fa da regista per mettere in diretta le varie  telecamere.
I due altri cerchi, sono mio nipote Sandro, con una telecamera,
e l'altro un amico di mio figlio, con la seconda telecamera







sottostante mio figlio che saluta!!!
con la speranza che vi sia piaciuto questo matrimonio protestante
vi saluto augurandovi ha tutti un buon inizio della settimana.
Un forte e sentito abbraccio dal vostro sempre amico.
Tomaso

martedì 4 ottobre 2016

VECCHIE MEMORIE DI UN VECCHIO BLOG CHE IO CERO

TANTO PER CAMBIARE ARGOMENTO!
Carissimi amici e amiche, penso che pochi di voi sappia che prima di avere un blog personale sono stato per parecchio tempo in un blog multiplo, ieri girovagando nei blog ho trovato il blog  abbandonato ha se stesso, l'ultimo che lo gestiva,
non saprei dove è e se ha un nuovo blog.

Ho voluto estrarre un post che una amica dedica ha me.
Sottostante ci sono qualche commento. 
noterete la data dei vari commenti, compreso il mio.


Da oggi cari amici ho deciso di iniziare a farvi un regalo… uno al giorno… per ognuno di voi… sono pensieri che vorrei dedicarvi alla luce di questo tempo che mi avete permesso di trascorrere insieme… spero apprezzerete!!!
Vorrei iniziare con Tomaso che rappresenta per me il papà, colui che racchiude la saggezza e l’esperienza di una vita… io starei le ore ad ascoltare le tue storie, vorrei assimilare da te quei valori che oggi sembrano persi… vorrei poter incontrare un uomo che potesse amarmi e corteggiarmi con la delicatezza e l’emozione che non sono più del nostro tempo dove tutto sembra troppo a portata di mano e scontato… vorrei che mi consigliassi nei momenti difficili e mi raccontassi quello che i miei occhi non hanno potuto vedere … da come scrivi e dalle foto che vedo mi trasmetti tanta serenità…
Grazie per tutte queste emozioni
Qui sottostante qualche commento dei partecipanti al blog

Mi sento onorato, cara Claudia, sapere che ho una figlia virtuale, mi riempie di una gioia inspiegabile, certo cose che tu, con la tua delicatezza, esprimi e riempie i vuoti, quanto vorrei che ci fossero, anche oggi certi principi, che purtroppo come dici tu non esistono più,
la gioventù di oggi, ha trovato tutto fatto, i genitori non hanno pensato ai propri figli, era più importante gli affari, i figli, si sono trovati sbandati, da una parte ho dall'altra, senza valutare quale sia la giusta direzione, e la grande maggioranza rimane ingarbugliata in una aspirale che li porta alla loro rovina, tutto questo che succede e il grande progresso che purtroppo, a trascurato tutto ciò che la nuova generazione voleva, non capitali ma solo affetto , bisognava dedicare più tempo ai nostri figli, se quello che dirò ora sarà sbagliato chiedo scusa, dico che con tutte le lauree, con diplomi, una vita di studi che tanti hanno passato nelle aule negli atenei nessuno ha potuto insegnare la maturità della vita,
si può essere analfabeti ma avere imparato scrutando, ascoltando, conoscendo, altre Culture, non si finisce mai di imparare, questo io considero la maturità della vita,
per finire dirò che questo nessuno te lo insegna, lo devi avere dentro di te, scusatemi se, non tutto riuscirete a capire cosa io mi riferisco, non sono capace di esprimermi come lo vorrei,
un fortissimo abbraccio a tutti/e.
12 febbraio 2008 20:28
sei stato molto chiaro invece, e io sono d'accordo con te, il vuoto che un genitore che lavora crea al proprio figlio è qualcosa di incolmabile che si porterà dentro per tutta la vita... purtroppo oggi a differenza del passato i genitori sono costretti a lavorare entrambi, ma io che sono cresciuta con una mamma casalinga che ha dedicato la sua vita e le sue attenzioni a noi figlie non cambierei per nulla al mondo la mia infanzia!
un bacio
12 febbraio 2008 21:50
Cari amici,stasera leggendovi mi sento un pò frastornato dalla vostra cultura, sicuramente elevata,ideologica e trasformista ,senza tener conto della continuazione democratica espressiva di una civiltà consapevole dell'indirizzo mediatico e dell'interesse comune generazionale e consapevole dovuta, credo con certezza al nostro modo di essere e della libera espressione,vi ringrazio per l'alto profilo della discussione!!
Un bacio a Claudia e una stretta di mano a Tomaso.
12 febbraio 2008 22:23
Cara Claudia,come giustamente dice il nostro Tomaso,l'educazione dei figli avviene prima in casa,quindi sono chiamati in causa i genitori ( a volte un po assenti),poi c'è la scuola.Il discorso è vastissimo,oggi ci sono molte difficoltà,è ancora più difficile fare il mestiere di genitori,c'è un bombardamento di notizie "allettanti" per i più fragili;lì bisognerebbe intervenire,non dare tutto quello che chiedono,fare in modo che sia sempre un premio per i risultati ottenuti a scuola,insegnare che a volte è meglio essere fuori dal gruppo (inteso come schema di vita),se il telefonino non si può comprare,far capire loro i problemi che ci sono,soprattutto se c'è solo uno stipendio in casa.Tutto a suo tempo,lo so,è molto difficile,ma bisogna almeno provarci,dar loro sicurezza,in se stessi,questo è essenziale!
Mi fermo qui...altrimenti scrivo un romanzo ;-) Un bacio
13 febbraio 2008 09:24
Nella speranza che abbiate gradito questo ritorno al vecchio blog
io vi saluto con un  forte abbraccio e un sorriso:) sorridere fa sempre bene!!!
Tomaso