Carissimi amici e amiche.
Ecco che inizio il mio racconto dei tre moschettieri, un racconto di fantasia.
Pensate sono cinque post, dovrete perdonarmi se non saranno fatti bene.
Seguirà poi come io dividerò il resto, sono otto capitoli.
Li ho divisi in cinque post.
Li ho divisi in cinque post.
Vi auguro buon divertimento.
Vi ricordo che quei tanti nomi di donne e uomini sono quelli che erano nel blog.
Primo postVi ricordo che quei tanti nomi di donne e uomini sono quelli che erano nel blog.
Carissimi amici e amiche.
eccomi nuovamente ritornato sui ricordi dei blog che io cero.
dopo aver lasciato il blog collettivo che avevo fatto il post.
Luca creo un blog e diede il nome il Faro, subito chiamò Nigel
e io, così il faro nato nel 2007 durò oltre 2 anni.
da questa foto vedete i tre moschettieri di questo blog,
Luca che era molto bravo in tutto, volle scrivere la vita
di questo blog che seppe stupire molti, pensate che Luca
è non vedente, aveva un PC speciale dove poteva lavorare.
Ora vengo ha questa foto, noi tre ci eravamo conosciuti in
un newgruppofree.it nel 2006, poi nel 2007 nasce il primo blog
che vi avevo fatto vedere un post dedicato ha me, segui poi,
"il Faro" la foto che vedete è stata fatta in occasione di un nostro, incontro a Desenzano del Garda, una domenica indimenticabile
eravamo in cinque venuti da diverse regioni per incontrarci.
Sottostante ho copiato le prime due parti del racconto,
Avventura sull’isola che c’è parte 1
La mia avventura ha inizio quando decisi che il luogo dove stavo non era più consono alla mia persona.
Era lì la mia bella barchetta Blu, la "obergin" si così si chiama, perché assomiglia ad una mezza melanzana ma blu. Dicevo, la mi a barca era lì pronta per la pesca mattutina,che consisteva nella gettata delle reti per pescare emozioni e idee.
la sera prima di partire andai a trovare Nigel su sul faro, portandogli un poco di castagne che sapevo gli “Dei barbari attaccarono la nostra spiaggia e misero a ferro e fuoco il mio faro.” Così iniziò il racconto di Nigel, che si soffermò sulla finestra del nuovo faro come a guardare il suo vecchio eremo il quale ormai non esisteva più.
Carlo rimase senza parole Gianna incredula dalle parole mentre io mi infuriai inveendo con il fumo agli occhi, e sbattendo i pugni sul tavolo. Nigel continuò dicendo: “io sono riuscito a fuggire grazie all’aiuto di una misteriosa fanciulla, che mi aiutò a prendere la mia barca che misi in mare in piena notte…..il resto lo conoscete.” Io cercai di scrollare via quella cappa di malinconia versando del vino nei bicchieri dei miei tre amici e brindando alla buona sorte che ci aveva fatto rincontrare.
Da quella serata i giorni trascorsero serenamente e i lavori di costruzione del villaggio sull’isola proseguivano.
In una domenica di sole mentre noi ci dedicavamo ai nostri passatempi, Nigel seduto in spiaggia a scrivere, io con la mia cetra costruita da me con mezzi di fortuna cantavo e declamavo i versi del nostro guardiano, Gianna leggeva e Carlo era andato in perlustrazione dell’isola, il nostro poeta emise
Un richiamo per tutti un “guardate gente guardate l’assù!”
Tutti noi vidimo un deltaplano ed una figura che maneggiava quel magnifico mezzo di trasporto in modalità eccellente.
Guardammo le spire che disegnava nell’aria e lentamente si posò sul prato vicino alla nostra spiaggia. Durante l’avvistamento facemmo gesti per indicare al misterioso personaggio la nostra presenza. L’uomo atterrato uscì dal groviglio del deltaplano e emerse una figura imponente vestita di blu e con il casco integrale. Venne verso di noi e si tolse il casco, la nostra sorpresa fu immensa quando vedemmo il volto di Tomaso sorridente e felice giunto tra noi.
Ci raccontò li per li in breve, che in mare non riusciì a arrivare poiché la sua biancotta lo tradì due volte ed allora decise di venire per cielo visto che era un ottimo aviatore.
Ci raccontò che vide almeno due barche che si stavano avvicinando all’isola. Nel frattempo arrivò Carlo che visto Tomaso si accese di felicità. Intanto io Gianna e Nigel ci guardavamo sospettosi chiedendoci se quelle barche erano minacce o meno.
Era lì la mia bella barchetta Blu, la "obergin" si così si chiama, perché assomiglia ad una mezza melanzana ma blu. Dicevo, la mi a barca era lì pronta per la pesca mattutina,che consisteva nella gettata delle reti per pescare emozioni e idee.
la sera prima di partire andai a trovare Nigel su sul faro, portandogli un poco di castagne che sapevo gli “Dei barbari attaccarono la nostra spiaggia e misero a ferro e fuoco il mio faro.” Così iniziò il racconto di Nigel, che si soffermò sulla finestra del nuovo faro come a guardare il suo vecchio eremo il quale ormai non esisteva più.
Carlo rimase senza parole Gianna incredula dalle parole mentre io mi infuriai inveendo con il fumo agli occhi, e sbattendo i pugni sul tavolo. Nigel continuò dicendo: “io sono riuscito a fuggire grazie all’aiuto di una misteriosa fanciulla, che mi aiutò a prendere la mia barca che misi in mare in piena notte…..il resto lo conoscete.” Io cercai di scrollare via quella cappa di malinconia versando del vino nei bicchieri dei miei tre amici e brindando alla buona sorte che ci aveva fatto rincontrare.
Da quella serata i giorni trascorsero serenamente e i lavori di costruzione del villaggio sull’isola proseguivano.
In una domenica di sole mentre noi ci dedicavamo ai nostri passatempi, Nigel seduto in spiaggia a scrivere, io con la mia cetra costruita da me con mezzi di fortuna cantavo e declamavo i versi del nostro guardiano, Gianna leggeva e Carlo era andato in perlustrazione dell’isola, il nostro poeta emise
Un richiamo per tutti un “guardate gente guardate l’assù!”
Tutti noi vidimo un deltaplano ed una figura che maneggiava quel magnifico mezzo di trasporto in modalità eccellente.
Guardammo le spire che disegnava nell’aria e lentamente si posò sul prato vicino alla nostra spiaggia. Durante l’avvistamento facemmo gesti per indicare al misterioso personaggio la nostra presenza. L’uomo atterrato uscì dal groviglio del deltaplano e emerse una figura imponente vestita di blu e con il casco integrale. Venne verso di noi e si tolse il casco, la nostra sorpresa fu immensa quando vedemmo il volto di Tomaso sorridente e felice giunto tra noi.
Ci raccontò li per li in breve, che in mare non riusciì a arrivare poiché la sua biancotta lo tradì due volte ed allora decise di venire per cielo visto che era un ottimo aviatore.
Ci raccontò che vide almeno due barche che si stavano avvicinando all’isola. Nel frattempo arrivò Carlo che visto Tomaso si accese di felicità. Intanto io Gianna e Nigel ci guardavamo sospettosi chiedendoci se quelle barche erano minacce o meno.
piacevano molto con i cavoli freschi in insalata. Entrai dopo aver bussato lievemente, lo vidi lì chino sulle carte con una faccia un po' sconfortata e senza il suo solito sorriso rasserenante. Appena mi vide mi disse:"huè guagliò, che cos'hai?" io non risposi, o meglio diedi colpa alla stanchezza del lavoro ed all'assenza di vacanza. Avevo qualche cosa nel groppone, e dopo aver posato le castagne sul tavolo mi sedetti al tavolino davanti proprio al guardiano. Presi la bottiglia di nigerinod il liquore del faro posta proprio sul centro e versai un po' di quel nettare nel mio bicchiere. Ne versai anche a Nigel che preso dallo scrutare delle sue carte non si accorse immediatamente del bicchiere pieno e delle castagne. Attesi qualche attimo e finito il suo lavoro il viso di Nigel si illuminò alla vista delle castagne e del bicchiere pieno. mi ringraziò con il suo sorriso confortante e lasciò da parte le sue carte. presi il bicchiere e attraverso la luce fievole della lampada appesa al soffitto, guardai la limpidezza di quel nettare che solo il guardiano riusciva a fare così mirabile.
Dopo il nostro solito santé, ci scambiammo uno sguardo di intesa perché sulla bottiglia c'era impressa la foto di lui con un grosso pesce, facendomi intendere che era un piccolo fotomontaggio per rendere il luk della bottiglia più carino. Iniziarono a parlare del più e del meno ed io all'improvviso gli scagliai addosso queste parole:"Nigel, io me ne vado!" mi guardò sbalordito, e spiegai velocemente cosa volessi fare.
Dopo il nostro solito santé, ci scambiammo uno sguardo di intesa perché sulla bottiglia c'era impressa la foto di lui con un grosso pesce, facendomi intendere che era un piccolo fotomontaggio per rendere il luk della bottiglia più carino. Iniziarono a parlare del più e del meno ed io all'improvviso gli scagliai addosso queste parole:"Nigel, io me ne vado!" mi guardò sbalordito, e spiegai velocemente cosa volessi fare.
Alle mie spiegazioni annuiì, e si voltò verso la finestra che dava sulla piaggia. Lo aiutai a girare la lanterna del faro nel giusto verso e dopo salutai il mio vecchio amico, dicendogli che un giorno non troppo lontano ci saremmo rivisti.
Il profumo del suo liquore mi lasciava quel ricordo un po' scanzonato dei momenti migliori. Chiusi la porta sapendo che quella era l'ultima volta che scendevo quelle scale.
La mattina dopo molto presto misi la mia Obergin in acqua e lasciai quella spiaggia con il cuore pieno di tristezza.
Luca.
Il profumo del suo liquore mi lasciava quel ricordo un po' scanzonato dei momenti migliori. Chiusi la porta sapendo che quella era l'ultima volta che scendevo quelle scale.
La mattina dopo molto presto misi la mia Obergin in acqua e lasciai quella spiaggia con il cuore pieno di tristezza.
Luca.
Avventura sull’isola che c’è parte 2
La mia obergin aveva appena lasciato la baia del faro, quando il sonno mi colse implacabile infatti la stanchezza di quei giorni fu tale da togliermi le forze.
Sentivo solo il dolce carezzare dell’aria sulle gote e mi staccai dal mondo reale perdendomi nei meandri dei miei sogni. Si amici, mi addormentai come un pupo.
Il mare era un po’ agitato, pareva che la mia obergin desse fastidio al dio Nettuno. Inquietamente all’orizzonte vidi nuvole nere che lentamente si avvicinavano e la paura si stava insinuando nelle pieghe dei miei pensieri.
Immediatamente spensi il motore e cercai di ascoltare cosa il vento mi raccontava, ma le nubi si avvicinavano sempre di più. La mia Obergin ebbe un sussulto laterale, che spostò la prua verso ovest e mi accorsi di un puntino indefinito. In quel momento la mia speranza riprese vigore come una fiamma in un caminetto che al gettar di legna rivive.
Riaccesi il motore e girai a manetta la manopola del gas.
Il puntino si ingrandiva sempre di più, man mano mi avvicinavo e i confini diventavano sempre più definiti. Vidi una figura che pareva far gesti strani, mi accorsi che sventolava un fazzoletto rosso e con mia immensa sorpresa notai che era Carlo.
Attraccai incredulo nel porticciolo immerso nell’euforia dello scampato pericolo, intanto Carlo e Gianna mi aiutarono a mettere in salvo la mia Obergin.
Scesi con un balzo e I due amici mi accolsero nella loro capanna offrendomi una cenetta che solo Gianna poteva fare. La notte venne un acquazzone che se fossi rimasto in mare mi sarebbe stata fatale sia per me che per la mia magnifica Obergin.
Il giorno dopo iniziai a costruire la mia capanna e con Carlo decidemmo di costruire un villaggio usando i materiali trovati su quel suolo nuovo e meravigliosamente rigoglioso. Carlo mi insegnò da fare i mattoni e io provai a creare del cemento. Lentamente riuscimmo a fare una buona quantità di materiale, e in accordo con Gianna prendemmo la decisione di fare anche un faro, per aiutare le persone che passavano di lì ad orientarsi. Erano passati alcuni giorni dal mio approdo sull’isola, e mi risvegliò un forte rumore. Ancora mezzo addormentato, scrutai le onde e la spiaggia, tutto ad un tratto vidi dei resti di legname i quali potevano essere di un imbarcazione. Mi fiondai per comprendere se vi erano anche uomini su quell’imbarcazione con il cuore in gola raggiunsi i resti in un lampo. Mi si gelò il sangue quando vidi un corpo inerte sulla spiaggia riverso con la faccia nascosta da un piccolo cespuglio. Vidi che non dava segni di vita ed allora mi affrettai a raggiungere quella sagoma. Tirai verso di me quel corpo inerte scoprendo così la faccia pallida e il tempo si fermò quando vidi che quell’uomo era Nigel.
Sentivo solo il dolce carezzare dell’aria sulle gote e mi staccai dal mondo reale perdendomi nei meandri dei miei sogni. Si amici, mi addormentai come un pupo.
Il mare era un po’ agitato, pareva che la mia obergin desse fastidio al dio Nettuno. Inquietamente all’orizzonte vidi nuvole nere che lentamente si avvicinavano e la paura si stava insinuando nelle pieghe dei miei pensieri.
Immediatamente spensi il motore e cercai di ascoltare cosa il vento mi raccontava, ma le nubi si avvicinavano sempre di più. La mia Obergin ebbe un sussulto laterale, che spostò la prua verso ovest e mi accorsi di un puntino indefinito. In quel momento la mia speranza riprese vigore come una fiamma in un caminetto che al gettar di legna rivive.
Riaccesi il motore e girai a manetta la manopola del gas.
Il puntino si ingrandiva sempre di più, man mano mi avvicinavo e i confini diventavano sempre più definiti. Vidi una figura che pareva far gesti strani, mi accorsi che sventolava un fazzoletto rosso e con mia immensa sorpresa notai che era Carlo.
Attraccai incredulo nel porticciolo immerso nell’euforia dello scampato pericolo, intanto Carlo e Gianna mi aiutarono a mettere in salvo la mia Obergin.
Scesi con un balzo e I due amici mi accolsero nella loro capanna offrendomi una cenetta che solo Gianna poteva fare. La notte venne un acquazzone che se fossi rimasto in mare mi sarebbe stata fatale sia per me che per la mia magnifica Obergin.
Il giorno dopo iniziai a costruire la mia capanna e con Carlo decidemmo di costruire un villaggio usando i materiali trovati su quel suolo nuovo e meravigliosamente rigoglioso. Carlo mi insegnò da fare i mattoni e io provai a creare del cemento. Lentamente riuscimmo a fare una buona quantità di materiale, e in accordo con Gianna prendemmo la decisione di fare anche un faro, per aiutare le persone che passavano di lì ad orientarsi. Erano passati alcuni giorni dal mio approdo sull’isola, e mi risvegliò un forte rumore. Ancora mezzo addormentato, scrutai le onde e la spiaggia, tutto ad un tratto vidi dei resti di legname i quali potevano essere di un imbarcazione. Mi fiondai per comprendere se vi erano anche uomini su quell’imbarcazione con il cuore in gola raggiunsi i resti in un lampo. Mi si gelò il sangue quando vidi un corpo inerte sulla spiaggia riverso con la faccia nascosta da un piccolo cespuglio. Vidi che non dava segni di vita ed allora mi affrettai a raggiungere quella sagoma. Tirai verso di me quel corpo inerte scoprendo così la faccia pallida e il tempo si fermò quando vidi che quell’uomo era Nigel.
Continua
Spero piaccia questo racconto, ha me mi ha
molto sorpreso che Luca sia stato così bravo!!!
Un forte e sentito abbraccio dal vostro amico.
Tomaso
Buon fine settimana a tutti che leggeranno questo racconto.
Tomaso
Buon fine settimana a tutti che leggeranno questo racconto.
Tomaso
Ricordo il blog!
RispondiEliminaSereno giorno.
Caro Vincenzo, è stato molto bello esserci, poi anche le cose belle finiscono.
EliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
I fari mi hanno sempre affascinata. Forse, perché vivo sul mare.
RispondiEliminaBello il racconto e anche le fotografie.
Attendo il seguito.
Buon fine settimana a te. :*
Cara Claudia, questa fantasiosa storia si farà sempre più interessante, se pensi che Luca è non vedente.
EliminaPossiamo dire che è veramente stato bravo!!!
Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Interessante ! Cosa sarà successo a Nigel ? Aspettiamo il seguito. Buona domenica.
RispondiEliminaCara Mirtillo, lo saprai la settimana prossima!!!
EliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ma che bella iniziativa e che bravi, tutti. Il racconto è avventuroso. Aspetto il seguito. Grazie Tomaso, sei una fucina di idee ed esperienze invidiabili.
RispondiEliminasinforosa
Cara Sinforosa, lo so non si può rimanere indifferenti, credo che chi legge il primo post.
EliminaSicuramente vorrà vedere come andrà a finire!!!
Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Caro Tomaso tu sai sempre sorprendere molto bello ,aspetto le prossime
RispondiEliminasettimane.Ti auguro una buona Domenica tu e la tua Danila
nonna Gianna
Cara Gianna, certo che anche tu vorrai vedere il seguito, ti assicuro che vi piacerà tanto.
EliminaContraccambiamo, io e la Danila la buona domenica.
Tomaso e Danila
Desenzano, bellissimo posto.
RispondiEliminaBuona serata
Caro Giancarlo, avevamo scelto quel posto perché ci, piaceva la località.
EliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Interessante il racconto. Buona settimana a voi.
RispondiEliminaCara Marta, ho gia preparato il secondo post, domani potrai leggere il seguito!!!
EliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Mi piace davvero interessante, sono curiosa di leggere il seguito :)
RispondiEliminaBuona serata carissimo Tomaso.
Ivy
Cara Ivy, arriverà il seguito ed è anche lungo, ma so che tutti lo leggerete con piacere fino alla fine...
EliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Buona serata Tomaso!
RispondiEliminaCara Olga. è sempre un piacere vederti qui!!!
EliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso