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LETTORI FISSI

venerdì 30 gennaio 2009

Credo sia ora del mio decimo capitolo

DECIMO CAPITOLO INIZIO DELLA MIA FAMIGLIA Ai primi di febbraio 1957 partimmo sapendo che sarebbe stata una vita difficile, ma eravamo insieme nel nostro cuore cera tanta fiducia di noi stessi, la fortuna ci ha un po’ assistito, arrivati a Zurigo abbiamo trovato subito un piccolo monolocale, in centro città. La Danila incominciò il suo lavoro come aiutante cuoca, io mi mise subito per cercare lavoro sperando prima possibile di trovarlo, poi di ottenere il permesso della polizia degli stranieri. Dopo aver girato da diverse fabbriche, finalmente una fabbrica panelli per insolazioni mi a fatto visitare i diversi reparti, stavo sulle spine ancora non mi avevano detto che mi avrebbero assunto, io lo speravo tanto anche perché avevo visto che c'erano tanti italiani in quella fabbrica, ritornati in ufficio arrivò un distinto signore, di sicuro era il direttore mi feci accomodare, parlava il perfetto italiano mi disse che mi avrebbero assunto dovevo solo aspettare un loro avviso oppure passare io, due giorni dopo, non aspettai il loro avviso avevo troppa fretta per sapere, lui mi aveva detto che avrei di sicuro avuto il permesso dalla polizia degli stranieri, così fu, tre giorni dopo iniziai a lavorare pieno di buona volontà. Dopo 2 settimane mi chiamarono in ufficio, il direttore mi disse che avevano pensato a me perché avevano visto che avevo molta iniziativa e che stava arrivando una nuova macchina per pressare il pannelli dove occorrevano 4 operai io sarei stato quello principale per il controllo del pannello di comando, ero molto emozionato, il direttore se ne subito accorto, mi disse questa è una grande famiglia e tutti siamo importanti, io sono il direttore ma per tutti sono Meier, gli risposi in tedesco quelle due parole che sapevo, jà herr Meier, mi fece un sorriso, non avrei mai pensato di aver trovato-Diciamo la fortuna la vita mi sembrò cosi bella, avevo molta paura che non durasse. Segui un corso per conoscere il funziona-mento di questa grande pressa, non immaginavo che fosse cosi facile controllare i fari interrutori e deviatori. Passarono i mesi e vedi che il mio lavoro in fabbrica andava bene, io e la Danila eravamo felici se anche rimaneva quel problema, non sapevamo ancora se la nostra nuova famiglia come si avrebbe potuto in-cominciare, i permessi restrittivi che offriva le autorità svizzere non erano tanto sicure, avere bambini erano problemi, pensammo di aspettare almeno un paio di anni. Il 1957 inizio bene io contento del mio lavoro, solo che non eravamo troppo contenti del lavoro della Danila, gli orari di lavoro ci portava via tanto tempo per noi. Era troppo tardi terminare tutte le sera alle 10.00 e oltre, comunque andava avanti lo stesso. Della gente che erano qui molto prima di noi ci informarono che c'erano delle possibilità di cambiare, bastava ottenere un certificato medico. In-cominciammo a parlarne con il dottore di famiglia, gli abbiamo fatto capire che la Danila causa questi orari si trovava molto depressa, e che il mangiare della cucina senza fissi orari le davo molto fastidio al suo intestino, così incominciarono visite di controllo per vedere se veramente lei ne soffriva, vedendo che la cosa andava un po’ alla lunga, chiesi io un colloquio con il dottore, molto gentile mi feci accomodare, subito mi disse signor Scarpel quello che chiede è molto difficile. Lo guardai e gli dissi, lei ha famiglia? Mi rispose si! io ancora non ce lo! e non potrò mai averla fino quando mia moglie non avrà un lavoro normale, gli dissi siamo giovani noi vogliamo essere una vera famiglia e avere figli, se lei ha un cuore e pensa un po’ tutto sarà possibile. Mi guardò sorridendo e disse vediamo quello che posso fare, una settimana dopo la Danila fu chiamata ha una visita speciale,nella sede dell’istituto universitario, la cosa andò più facile dell’imprevisto, un certificato che dichiarava che per varie ragioni era autorizzata a cambiare lavoro, otto giorni dopo aveva già un permesso nuovo. Trovò subito un posto in una fabbrica dove lavoravano la lana. Passò il 1957 molto in fretta tutto incomincio ha sembrare meno difficile la Danila si trovò molto bene del suo lavoro, io al sabato per guadagnare qualche cosa in più lavoravo dal giardiniere che era rimasto molto contento di me l’anno precedente, non abbiamo fatto le ferie siamo rimasti sempre in Svizzera, anche quello per poter mettere da parte qualche franco in più. Rinunciammo di rientrare in Italia a Natale, io ero triste dovevo ammettere che il mio sogno di fare il fotografo si stava allontanando sempre più. All’inizio del 1958 acquistai una vespa 125 per poter meglio spostarmi quando andavo a lavorare, fu il primo passo che ci diede delle piccole soddisfazioni, alla fine settimana si andava a trovare conoscenti di Sernaglia special-mente il marito di mia sorella, lui era stagionale lavorava in un altro cantone ha circa 80 Km. Per poter guidare la vespa che faceva parte della categoria motociclette dovetti fare un esame di pratica e di teoria per ottenere la patente, la mia patente italiana della macchina non era riconosciuta in Svizzera, tutto andò per il meglio. Il mese di luglio 1958 andammo in ferie in Italia “ in vespa, 16 ore di viaggio, eravamo proprio matti cioè, ben forgiati” A Sernaglia capi che tutto il laboratorio che usavo prima non era più utile, così spedii tutto per la Svizzera, per poter sviluppare le negative e per stampare foto con l’ingrandito-re che usavo in camera oscura, fu come una grande avventura, se anche non avevo il permesso di esercitare come fotografo, ebbi un’idea che come dilettante avrei potuto fare qualche cosa, c’è un detto, “sei italiano! Arrangiati”. Cosi iniziò anche questo lavoro, al sabato e domenica facevo fotografie per degli italiani per esempio, battesimi prime comunioni e pure qualche matrimonio, per poter stampare le foto alla sera trasformavo la piccola cucina in camera oscura la Danila mi aiutava quando sviluppavo le foto ce sempre molto da fare la cosa più difficile era asciugarle avevamo risolto il problema mettendo le foto bagnate stese su dei grandi asciugamani poi coperte con altri asciugamani, al mattino erano bene asciugate, solo non le potevo farle lucide, questo lavoro era molto redditizio, dovevo stare molto attento di non lasciare ricevute, di denaro ricevuto per non rischiare delle salatissime multe. Alla fine di dicembre la Danila mi informo che era incinta, subito rimasi un po’ stordito, passato il primo momento mi sono sentito felice di diventare papà. Con questo sorriso Danila mi annunciò che stava aspettando un bambino. Un forte abbraccio a tutti/e, Tomaso
Continua

6 commenti:

  1. che belloooooooooooooooooooooo.. e bellissima la Dani^^... bellisismi tutti e due^^.. bel post Tomaso^^.. grazie per condividere con noi tutto questo..

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  2. Tu cara Vane sei sempre in prima fila, un grazie infinite.
    Come avrai notato ho molto imparato a postare, scritti e foto, dico sempre che fino che ce vita si impara sempre!
    Un abbraccio,
    Tomaso

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  3. Tommaso, "volere è poere"
    Specie quando ha volerlo è l'amore che sentiva per la tua bella Danila.

    Mi sembra che le cose si stia aggiustando come desideravate voi...

    Ciao e auguri a tutti e due..
    Buon fine settimana.

    Ci sono stata in svizzera con mio marito con i nostri primi due figli, allora erano piccoli, adesso sono sposati.

    Precisamente a Rheinfelden

    Buon fine settimana e salutami la Danila.

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  4. Come è piccolo il Mondo cara Rosy, Rheinfelden cantone Basilea land conosco bene li vicino ci sono le saline del Reno quante volte ci sono stato per caricare il camion avevamo isilo cisterna che contenevano fino 20 tonnellate, già oltre 20 anni fa. un forte abbraccio, e grazie della tua gradita visita...

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  5. Come erano belli quei tempi era tutto piu' puro e anche i sacrifici si facevano con tanto amore..adesso vedo molto poco di tutto questo..un'abbraccio.

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  6. Mi hai fatto sorridere per la tenerezza.
    Sono proprio bei ricordi

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