Carissimi amici e amiche ecco l'ultima parte di questo
bellissimo racconto che il caro Luca volle fare ha tutti noi.
Qui sottostante metto una strana foto, dall'aviatore Tomaso,
il bravo Guardiano in una foto montaggio mi vedeva così.
Tomaso D'Egitto
Niger il personaggio del giorno
Iniziarono
immediatamente i preparativi per rafforzare le difese del nostro
piccolo paradiso di tranquillità.
Il faro divenne il centro dell’impianto difensivo, infatti da quella posizione si può vedere tutto ciò che è scoperto. Si decise di porre una barriera sfruttando gli scogli senza però negare il riflusso d’acqua alla baia. In quei giorni accadde un fatto molto dolce o meglio un arrivo squisitamente dolce.
In quei giorni di frenesia scattò l’allarme per un avvistamento subito rientrato perché Nigel riconobbe immediatamente la barca della sua amica Esmeralda. Si, lei, la maga dell’ignoto comparve sull’isola come una visione, accolta da tutti noi con giubilo e felicità. Nigel si prodigò a cercarle un rifugio solo per lei, tuttavia la Maga si fermò in attesa di sistemazione, da Angela e Raffi.
Esmeralda ci raccontò di aver avvistato due navi in avvicinamento all’isola armate di tutto punto. La preoccupazione delle signore isolane crebbe a queste parole, invece noi eravamo convinti di non aver problemi e di riuscire a difendere il nostro paradiso.
Già, quelle navi, perché attaccare la nostra isola? Perché distruggere il nostro brandello di serenità?
Il faro divenne il centro dell’impianto difensivo, infatti da quella posizione si può vedere tutto ciò che è scoperto. Si decise di porre una barriera sfruttando gli scogli senza però negare il riflusso d’acqua alla baia. In quei giorni accadde un fatto molto dolce o meglio un arrivo squisitamente dolce.
In quei giorni di frenesia scattò l’allarme per un avvistamento subito rientrato perché Nigel riconobbe immediatamente la barca della sua amica Esmeralda. Si, lei, la maga dell’ignoto comparve sull’isola come una visione, accolta da tutti noi con giubilo e felicità. Nigel si prodigò a cercarle un rifugio solo per lei, tuttavia la Maga si fermò in attesa di sistemazione, da Angela e Raffi.
Esmeralda ci raccontò di aver avvistato due navi in avvicinamento all’isola armate di tutto punto. La preoccupazione delle signore isolane crebbe a queste parole, invece noi eravamo convinti di non aver problemi e di riuscire a difendere il nostro paradiso.
Già, quelle navi, perché attaccare la nostra isola? Perché distruggere il nostro brandello di serenità?
Decidemmo
di dare compiti precisi ad ogni abitante dell’isola ed infatti
Tomaso divenne il nostro
sindaco
il quale si propose di uscire in volo ad ispezionare dall’alto le
nostre coste.
Tomaso decise di farlo immediatamente presa la propria carica di sindaco. Il sindaco si imbragò e prese il suo deltaplano e si lanciò dal dirupo che difendeva l’isola a sud della stessa.
Dopo due orette circa tornò e il suo rapporto ci fece rimanere sgomenti. Confermò che due navi si stavano avvicinando all’isola però erano solo le due apripista, infatti dietro vi erano altre quattro navi che completavano la flotta d’assalto. In pochi giorni sarebbero arrivate senza ombra di dubbio. La minaccia era molto vicino.
Tomaso decise di farlo immediatamente presa la propria carica di sindaco. Il sindaco si imbragò e prese il suo deltaplano e si lanciò dal dirupo che difendeva l’isola a sud della stessa.
Dopo due orette circa tornò e il suo rapporto ci fece rimanere sgomenti. Confermò che due navi si stavano avvicinando all’isola però erano solo le due apripista, infatti dietro vi erano altre quattro navi che completavano la flotta d’assalto. In pochi giorni sarebbero arrivate senza ombra di dubbio. La minaccia era molto vicino.
L’emmergenza
sull’isola era come una spada di Damocle, confermata anche dalla
Maga Esmeralda la nuova arrivata. Sei navi si avvicinavano al nostro
piccolo paradiso.
Nigel decise con il nostro consenso di spegnere il faro per evitare che i nemici potessero avere un riferimento durante la notte.
Tomaso fece un’ulteriore sopraluogo dall’alto, confermando la flotta in avvicinamento con una piccola e sostanziale differenza dai giorni precedenti. La flotta era sparpagliata, molto probabilmente per cercare meglio la nostra isola.
Passarono ancora due giorni di apprensione dall’ultimo sopraluogo di Tomaso, tra rafforzamenti delle barriere e i molteplici controlli alle armi in possesso dell’isolani.
Il sole era già alto da tempo quella mattina, quando in lontananza vidi chiaramente la vela nera che inesorabilmente si avvicinava. Diedi subito l’allarme, e preparammo le armi di difesa. Decidemmo di nasconderci e attendere l’avvicinamento della nave nemica. Furono ore di ansia dove la nostra mente vagò tra piccole strategie e grandi tensioni.
Io e Nigel eravamo sulle due sponde estreme della baia, dove avevamo ben in vista sia l’isola che il mare aperto, Carlo era sulla collina pronto per sparare le sfere fiammeggianti per cercare di bruciare gli avversari, e Tomaso sul faro che dava i comandi dell’operazione. Raffi e Angela erano sulle coste alte prive di spiagge per controllare se l’attacco avveniva anche da quella parte.
Esmeralda e Gianna difendevano armate sino ai denti il magazzino dove Nigel o io ci strafogavamo ogni tanto di nascosto da tutti.
La nave era sempre più prossima, e appena fecero scendere le scialuppe Tomaso diede l’ordine di colpire con i cannoni laterali. Io e Nigel sparammo verso le scialuppe, e gli occupanti caddero in mare senza però soccombere. Si, gli ordini perentori di Tomaso erano va bene sparare ma senza danneggiare la vita di nessuno. Su questo non vi era stata nessuna defezione. Visti in mare noi non abbiamo infierito, tuttavia la nave ostinatamente si avvicinava. La nave si avvicinava inesorabilmente con il chiaro intento di distruggere le nostre barriere. Tomaso diede un ulteriore comando di far fuoco sia a me che a Nigel, e scese appena dato l’ordine per andare sulla goletta con l’intenzione di recuperare qualche cosa della nave qual’ora fosse stata distrutta dalle nostre bordate.
La nave si avvicinava sempre di più, ma da un cenno di Nigel dall’altra parte del golfo mi fece notare che dietro v’era un’altra nave in avvicinamento. Appena vicina alle barriere sparai alla prima nave colpendola in pieno, Nigel fece fuoco un secondo dopo di me e colpì la poppa e l’imbarcazione con la vela nera iniziò a sprofondare nel mare. Uscirono alcuni uomini dalla nave e dopo un’altra mia bordata la nave si spezzò in due.
Gli marinai della nave iniziarono a provare di scavalcare le barriere ma dopo le due fucilate di Tomaso si rituffarono in acqua e cercarono di nuotare verso la compagna nave che notarono quasi subito per la
Nigel decise con il nostro consenso di spegnere il faro per evitare che i nemici potessero avere un riferimento durante la notte.
Tomaso fece un’ulteriore sopraluogo dall’alto, confermando la flotta in avvicinamento con una piccola e sostanziale differenza dai giorni precedenti. La flotta era sparpagliata, molto probabilmente per cercare meglio la nostra isola.
Passarono ancora due giorni di apprensione dall’ultimo sopraluogo di Tomaso, tra rafforzamenti delle barriere e i molteplici controlli alle armi in possesso dell’isolani.
Il sole era già alto da tempo quella mattina, quando in lontananza vidi chiaramente la vela nera che inesorabilmente si avvicinava. Diedi subito l’allarme, e preparammo le armi di difesa. Decidemmo di nasconderci e attendere l’avvicinamento della nave nemica. Furono ore di ansia dove la nostra mente vagò tra piccole strategie e grandi tensioni.
Io e Nigel eravamo sulle due sponde estreme della baia, dove avevamo ben in vista sia l’isola che il mare aperto, Carlo era sulla collina pronto per sparare le sfere fiammeggianti per cercare di bruciare gli avversari, e Tomaso sul faro che dava i comandi dell’operazione. Raffi e Angela erano sulle coste alte prive di spiagge per controllare se l’attacco avveniva anche da quella parte.
Esmeralda e Gianna difendevano armate sino ai denti il magazzino dove Nigel o io ci strafogavamo ogni tanto di nascosto da tutti.
La nave era sempre più prossima, e appena fecero scendere le scialuppe Tomaso diede l’ordine di colpire con i cannoni laterali. Io e Nigel sparammo verso le scialuppe, e gli occupanti caddero in mare senza però soccombere. Si, gli ordini perentori di Tomaso erano va bene sparare ma senza danneggiare la vita di nessuno. Su questo non vi era stata nessuna defezione. Visti in mare noi non abbiamo infierito, tuttavia la nave ostinatamente si avvicinava. La nave si avvicinava inesorabilmente con il chiaro intento di distruggere le nostre barriere. Tomaso diede un ulteriore comando di far fuoco sia a me che a Nigel, e scese appena dato l’ordine per andare sulla goletta con l’intenzione di recuperare qualche cosa della nave qual’ora fosse stata distrutta dalle nostre bordate.
La nave si avvicinava sempre di più, ma da un cenno di Nigel dall’altra parte del golfo mi fece notare che dietro v’era un’altra nave in avvicinamento. Appena vicina alle barriere sparai alla prima nave colpendola in pieno, Nigel fece fuoco un secondo dopo di me e colpì la poppa e l’imbarcazione con la vela nera iniziò a sprofondare nel mare. Uscirono alcuni uomini dalla nave e dopo un’altra mia bordata la nave si spezzò in due.
Gli marinai della nave iniziarono a provare di scavalcare le barriere ma dopo le due fucilate di Tomaso si rituffarono in acqua e cercarono di nuotare verso la compagna nave che notarono quasi subito per la
cannonata
andata a vuoto fatta dai loro compagni sull’altra
imbarcazione.
Tomaso vide una figura gentile tra quei energumeni che cercava di sfuggire alla presa di uno di loro.
Vide chiaramente che era una ragazza che iniziò ad urlare per liberarsi dalla morsa dell’omaccio.
Tomaso si avvicinò alle barriere e prese la mira sparando per non ferire nessuno verso la ragazza ed l’energumeno. L’uomo con una mano teneva la fanciulla e l’altra riuscì a sparare un colpo sfiorando Tomaso alla spalla. Tomaso rifece fuoco e l’uomo intimorito lasciò la ragazza e a tutta velocità nuotò verso i suoi compagni e la nave che si stava avvicinando.
Tomaso vide una figura gentile tra quei energumeni che cercava di sfuggire alla presa di uno di loro.
Vide chiaramente che era una ragazza che iniziò ad urlare per liberarsi dalla morsa dell’omaccio.
Tomaso si avvicinò alle barriere e prese la mira sparando per non ferire nessuno verso la ragazza ed l’energumeno. L’uomo con una mano teneva la fanciulla e l’altra riuscì a sparare un colpo sfiorando Tomaso alla spalla. Tomaso rifece fuoco e l’uomo intimorito lasciò la ragazza e a tutta velocità nuotò verso i suoi compagni e la nave che si stava avvicinando.
Tomaso incurante del dolore alla spalla riuscì a superare le barriere e prendere quella ragazza portandola in salvo.
Vidimo la nave che era dietro quella distrutta virare e tornare indietro appena salvati i compagni.
Per ora sembrava scampato pericolo, e immediatamente Nigel medicò Tomaso che fu sfiorato dal proiettile dell’energumeno. Ci ritrovammo davanti questa figura angelica senza comprendere chi fosse, poi alla mia domanda :”tu chi sei di grazia?” Lei con un sorriso smagliante rispose:”io sono Cinzia.” Sgomenti ci guardammo tutti accogliendo la prigioniera dei briganti come se fosse una di noi.quante domande che doveva elargire la nuova venuta. Intanto sull’isola che c’è era tornata la tranquillità, ma per quanto ancora?
Qui
finisci questa storia, il nostro caro amico Luca, disse che qui mi
fermo, e lascio ha chi vuole continuare la propria fantasia, ma non
potemmo fare nulla il blog del faro chiuse...
Continua l'ultima parte che io terminerò
questa bella storia che porteremo sempre
nel nostro cuore.
augurandovi a tutti una buona settimana
Vi aspetto tutti per leggere la fine di questo
racconto che lascia il segno del grande Faro.
Tornate ne vale veramente la pena!!!
Tomaso
questa bella storia che porteremo sempre
nel nostro cuore.
augurandovi a tutti una buona settimana
Vi aspetto tutti per leggere la fine di questo
racconto che lascia il segno del grande Faro.
Tornate ne vale veramente la pena!!!
Tomaso