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giovedì 7 febbraio 2013

UNA VERA SORPRESA DI AMICIZIE

Carissimi amici e amiche oggi sono qui per raccontarvi una storia. In occasione di un post fatto da mio fratello Tiziano.
uno sconosciuto abitante in un comune limitrofe  ha notato la storia dei carri mascherati di Sernaglia in quei anni che io partecipavo sui carri questo aveva notato un carro particolare sul quale cero anch'io   cosi chiese a Tiziano se  di quel gruppo ci fosse ancora qualcuno, che lui avrebbe avuto il piacere di sapere chi fossero. In poche parole mi sono messo in contatto con questo signore, e ho fatto una scoperta anche lui ha scritto delle storie della sua vita, è un quasi coetaneo del 1932.  
Ecco qui sottostante una bella storia vissuta.

LA MIA MAESTRA

Quando da bambino frequentavo le elementari ricordo il sacro rispetto , meglio il terrore, che mi incuteva la mia maestra .
Di portamento austero , si chiamava Antonietta De Col Fontebasso, moglie del maestro di musica, che suonava l’ organo in chiesa a Pieve.
Aveva una malformazione al naso così evidente che per noi bambini era la maestra dai due nasi. Di salute cagionevole, soffriva di cuore , così i periodi che si assentava dalle lezioni, diventavano per noi alunni veri e propri giorni di festa .
Erano gli anni di guerra 40-43 .
Da buona insegnante, se voleva occupare quel posto, doveva per forza di cose inculcarci l’ insegnamento del regime fascista.
Ragione per cui, dalla terza elementare in poi, il suo insegnamento era sempre volto, ad esaltare la grandiosità dell’ impero romano, dalla quale traeva ispirazione, il regime dei fasci del littorio di Benito Mussolini.
Su di me, esercitava un’ attrazione e un fascino fortissimi, i racconti delle guerre puniche , gli scontri tra Orazi e Curiazi, le legioni, le centurie, i manipoli.
Si dilungava anche nel descrivere i vantaggi della dittatura, durante la quale, come nell’ impero romano, il comando in tempo di guerra era affidato ad una sola persona, per poi tornare, in tempo di pace, al Senato.
Le classi erano rigidamente divise tra maschi e femmine, in media composte da 45- 50 scolari.
Le lezioni incominciavano alle 8.30 e terminavano alle 12.40, di solito senza intervallo per la ricreazione, salvo 4-5 volte al mese quando veniva praticata una specie di ginnastica, denominata pomposamente educazione fisica.
La mattinata scolastica, iniziava con l’ entrata in classe della “signora maestra”, il segno della croce e la recita di un’ Ave Maria.
Si passava poi a leggere a turno, e a voce alta del Bollettino di guerra, pubblicato sul Gazzettino, che portava immancabilmente la maestra. Alla fine il ragazzo pronunciava forte”Vincere “ e la scolaresca in coro rispondeva “Vinceremo”.
Qualche tempo dopo, quando i rovesci militari subiti dalle nostre, truppe portarono alla totale esclusione, della presenza italiana in Africa, il motto venne cambiato con “ In Africa ritorneremo”.
Essendo le classi così numerose, era ovvio che la maestra non potesse seguire individualmente gli scolari: impartiva solo nozioni e quelli che non le recepivano subito, venivano bocciati; ecco perché era molto facile trovare qualcuno, che ripeteva l’ anno più di una volta.
Tra i miei coetanei di quinta elementare ricordo Beniamino e Italo da Falzè di Piave , Bruno da Refrontolo, Antonio da Solighetto, Lino da Barbisano, che ogni mattina con costanza, percorrevano a piedi 3 km di strada, per raggiungere la scuola del capoluogo, dal momento che nei plessi scolastici delle frazioni, non era possibile conseguire la licenza elementare.
Con ammirazione, mista ad invidia, ricordo pure Giacinto, mite e discreto, che credo non abbia mai ricevuto un rimprovero dalla maestra, anzi additato sempre come modello per tutti noi, per la sua bravura nella composizione scritta in italiano.
Come quella volta, che in un compito di italiano dal titolo “ I miei giochi” usò la seguente frase “Io gioco sempre al calar del sole “che la maestra ci fece notare per la proprietà e ricchezza lessicale.
Un giorno però eravamo in quarta, quel poco di invidia, sparì completamente.
Il regime per saggiare l’ indottrinamento delle nuove generazioni indì un concorso a cui parteciparono alcuni alunni del Quartier del Piave. La maestra indicò Giacinto, e mai ringraziai il cielo così tanto, soprattutto quando venni a conoscenza del titolo del tema assegnato che suonava così “Marciare e combattere a fianco dei soldati”
Anche al giorno d’oggi, ripensandoci, non riesco a capire come si potesse pretendere da bambini di dieci anni tanta capacità di immaginazione e di espressione, quanta ne comportava un simile argomento.
Il regime, aveva coniato per quei tempi, una parola che era tutto un programma “AUTARCHIA”, volendo inculcare nella mentalità, degli Italiani la volontà di produrre , fabbricare e consumare solo prodotti nazionali, in conseguenza anche delle sanzioni subite dall’Italia per l’occupazione dell’ Etiopia.
In questo clima, maturò perciò un’altra iniziativa propagandistica, sempre voluta e fortemente proposta dalle “alte sfere”.
Tutte le famiglie, con figli in età scolare, dovevano avere l’ orto di guerra, così la maestra ci ordinò, di misurare uno spazio, dove poter seminare alcuni semi di girasole, che una volta cresciuti e maturati dovevano dare l’ olio nazionale.
Il giorno fatidico della distribuzione dei semi, fummo chiamati ad uno ad uno alla cattedra, e la maestra ne consegnò un congruo numero, in base ai metri quadrati che ciascuno aveva a disposizione.
Venne il turno di Arturo, che appena ricevuto in mano il cartoccio di semi, rivolto alla maestra chiese “Cosa debbo fare con questi?” “Devi seminarli in quei metri quadrati che hai a disposizione per l’ orto di guerra” rispose la maestra.
Allora Arturo, ammise candidamente, di aver misurato la superficie della cucina. La sua famiglia composta di cinque persone viveva infatti in una casa di tre stanze in totale, senza nessuno scoperto.
Ma si sa la maestra aveva ordinato, e gli scolari dovevano obbedire .
A sentir ciò la maestra trasalì, e con la voce rotta dall’ emozione gli intimò “Vai a posto!” Prese la bacchetta che teneva sempre a portata di mano e avvicinatasi ad Arturo, seduto mortificato nel suo banco, lo colpì e lo percosse un’ infinità di volte intercalando e urlando”Ti insegno io a prendere in giro la maestra !!!” La campanella di fine lezione, salvò Arturo da una maggior punizione.
Il giorno dopo la madre di Arturo accompagnò il figlio e mentre la maestra esponeva l’ accaduto udii il suo commento “ L’ à fat ben siora maestra , la ghe dae saa , parchè , se no, quel tosat là, nol impara gnent!”
Il sabato pomeriggio, era stato dichiarato sabato fascista, per cui tutti gli alunni delle elementari, erano obbligati a parteciparvi.
Essi venivano radunati, ed inquadrati per età, al campo Careni, suddivisi poi in Figli della Lupa, Balilla, Balilla Moschettieri; quelli della maggior età -16 anni- erano Avanguardisti e Camicie Nere.
Ricordo che facevo parte di un plotone di Balilla, comandato da Federico, un giovane Avanguardista di 16 anni: ai suoi ordini marciavamo avanti e indietro lungo il tratto di strada di via Sartori che intercorre tra il collegio Balbi e il semaforo, spesso cantando:”Temprati da mille passioni…..Vincere e Vinceremo in cielo in terra in mare….
Coloro però, che disertavano un simile obbligo, venivano per così dire, imprigionati.
Un incaricato della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio ) si recava in classe alla fine delle lezioni, e tutti coloro che erano mancati alle esercitazioni del sabato, prima venivano condotti in fila in una stanza all’ ultimo piano della casa del fascio, l’ attuale municipio, e là segregati per due ore, senza mangiare, con l’obbligo di presentarsi alle 15 a marciare. So recitare ancora a memoria, il testo del giuramento imparato, per gli esami di licenza elementare:Nel nome di Dio e dell’Italia giuro di eseguire gli ordini del Duce e di seguire con tutte le mie forze e se necessario il mio sangue per la causa della rivoluzione Fascista.
L’ anno di quinta era già incominciato, da qualche mese quando, la maestra ci presentò un nuovo alunno, non ricordo se un anno o due più giovane di noi.
Si trattava di Marco Sammartini, lui studiava privatamente, ma per la licenza elementare, era obbligatoria la frequenza alla scuola pubblica.
Marco frequentò le lezioni per un periodo, poi la maestra un giorno annunciò che aveva concluso gli studi .
La zia di lui, recandosi in visita, in segno di riconoscenza fece dono alla signora Fontebasso, di cinquanta lire da destinare ai bisogni della classe che furono suddivisi così :10 per comperare materiale per il lavoro in classe, vimini per impagliare i fiaschi, attrezzi per il traforo, compensato, seghetti; e dieci lire ciascuno ai quattro alunni più meritevoli, depositati in un libretto della Cassa di Risparmio, da ritirare solo al raggiungimento della maggiore età.
Uno di questi premi toccò anche a me, che con orgoglio lo consegnai ai miei genitori.
Inutile dire che anche per quei tempi la cifra era assai modesta- con 50 lire si comprava 1 kg di carne- e che l’ inflazione se la mangiò tutta. Di quel libretto la Cassa di Risparmio non mi dette più notizie e a me non restò nemmeno la soddisfazione di ritirarlo.
Per ciò che mi ah insegnato, e per la sua dirittura morale, della mia maestra serbo sempre un grato ricordo, anche se dopo aver conseguito la licenza elementare non ebbi più modo di parlarle.
I dolorosi fatti, avvenuti dopo l’8 settembre, hanno contribuito a questo distacco, con di più poco dopo la signora Fontebasso si trasferì altrove con la sua famiglia. Alle volte, mentre scrivo qualsiasi cosa, il mio pensiero corre a lei, quando ammoniva noi scolari a non incorrere in errori sintattici come quel soldato che scrisse a casa così: Carissimi vengo a voi, con queste due righe, per farvi sapere che io sto bene, ma il cavallo del capitano e morto, così spero sia di voi.
Mi ricordo pure con quanta solerzia ci invitava a non adoperare il verbo fare, negli scritti ed anche nel parlare. Soleva spesso ripetere, non si fa un lavoro, si esegue. Oppure non si fa mai la barba, ma ci si rade.
Anche quando,sfoglio un libro o un giornale, cascasse il mondo non bagno mai il dito con la saliva per facilitare il movimento delle pagine, la mia maestra infatti ci aveva rimarcato la pericolosità che tale operazione comportava, poiché se uno prima di noi avesse fatto la stessa cosa, la saliva di lui avrebbe contagiato anche noi, Con i rischi di contagio ,e se fosse stato malato di T.B.C?. Avremmo potuto ammalarsi anche noi?
A quel tempo il pericolo di contrarre questa malattia esisteva d’avvero, per cui il Regime Fascista aveva promosso una vasta campagna di prevenzione, nelle scuole onde evitare, il diffondersi di questo morbo, la maestra con la sua autorità ci aveva fatto capire l’importanza di seguire le più elementari norme igieniche.
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Prima che la memoria mi tradisca voglio trascrivere le canzoni che il Regime Fascista ci obbligava a cantare nei sabati dove si impartiva le norme militari di preparazione alla guerra
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Temprati da mille passioni la voce d’Italia squillò
Centurie coorti legioni in piedi che l’ora suonò
Avanti gioventù ogni vincolo ogni ostacolo superiamo
Spezziam la schiavitù che ci soffoca prigionieri sul nostro mar

Vincere ,vincere ,vincere,e vinceremo in cielo in terra e in mare
E una parola d’ordine di una suprema volontà
Vincere ,vincere ,vincere, ad ogni costo nulla ci fermerà
I nostri cuori esultano nell’ansia d’obbedir
Le nostre labbra giurano o vincere o morir

Elmetto pugnale moschetto a passo romano si va
La fiamma che brucia nel petto ci sprona ci guida si va
Avanti gioventù ogni vincolo ogni ostacolo superiamo
Spezziam la schiavitù che ci soffoca prigionieri sul nostro mar
Vincere ,vincere ,vincere, ecc……
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Nizza, Savoia, Corsica fatal,Malta baluardo di romanità
Tunisi nostra sponde monti e mar tuona la libertà la libertà
Va gran maestrale urla ruggì con furor stranier via
Duce col rostro che Duilio armò Roma fedele a te trionferà

In armi camicie nere in piedi fratelli Corsi
Voi vi trovate al fin la patria santa la gran madre che vi amò che vi chiamò
Con la spada i corsi con la fede invito Duce rivendicò
Di Malta lo strazio grida nel cuore d’Italia
Audacia che irrompe sfonda britannici navigli schianterà
Noi ti riconquistiam con Garibaldi, Nizza, Nizza col tuo biondo marinar
Vinceremo Duce vinceremo tu sei la gloria e l’avvenir
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Una poesia al soldato ignoto
Il più giovane il più forte con il sangue sulla faccia
E la croce delle braccia disarmato dalla morte
Fu sepolto in questo prato con le stelle del soldato
Senza bara ne sudario senza un fiato di preghiera
Sotto un po’ di terra nera che assomiglia al tuo Calvario


Pieve di Soligo Maggio 2006
Illario Zabotti

Carissimi tutti/e spero che sia piaciuta
 questa reale storia vissuta.
un abbraccio. 

61 commenti:

  1. ciao Tomaso sono contenta per te che tu abbia incontrato questa persona, grazie di questo post di riminiscenze, molto interessante in quanto io non c'ero, posso solo immaginare quanto e' accaduto dai libri di storia e da racconti tipo il tuo, i tempi passati si ricordano sempre con nostalgia, indipendentemente dalle situazioni, ciao grazie buon inizio settimana a presto rosa.))

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    1. Cara Rosa non me la aspettavo che qualcuno ricordasse quei tempi e che avesse visto quel carro mascherato.
      Da li sono nate le curiosità scoprendo uno del 1932 che ama scrivere la sua vita
      sicuramente molto interessante.
      Tomaso

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    2. IL MONDO DEL WEB AVRA' TANTI DIFETTI MA CERTE VOLTE COMPIE DEI PICCOLI MIRACOLI TIPO QUESTO,PER TE CONDIVIDERE QUALCOSA DEI TEMPI PASSATI CON QUALCUNO CHE HA VISSUTO LE STESSE ESPERIENZE, SUPPONGO SIA IMPORTANTE E MOLTO BELLO, CIAO UN ABBRACCIO ROSA BUONA SERATA.))

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    3. GRAZIE CARA ROSA, TU HAI VERAMENTE CAPITO L'IMPORTANZA DI QUESTA NUOVA AMICIZIA PER ME.
      CIAO E BUONA NOTTE CARA AMICA.
      TOMASO

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  2. Molto bella questa storia caro Tomaso!OLGA

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    1. MI fa piacere che anche tu la abbia gradita cara Olga.
      Tomaso

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  3. le soprese della vita son tante e questa è una di esse.
    Buona giornata

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    1. Ecco perché si dice che la vita è bella!
      Questo anche è un motivo, credimi è stato emozionante quando ho capito!!
      Tomaso

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  4. Questi sono doni bellissimi che la vita riserva. Un abbraccio.

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    1. Si cara Sofia hai detto bene doni indimenticabili cara amica.
      Tomaso

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  5. Ho letto con interesse questa storia vissuta ricordata con nostalgia!!!
    Ricordi conservati nel cuore e nella memoria con rispetto!!!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

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  6. Purtroppo quando si è privati dellla libertà di autodeterminarsi si spengono le coscenze e tutti sono omologati in negativo,per fortuna ora i tempi sono diversi .Il racconto è molto veritiero e rappresenta una testimonianza del periodo molto importante ,per noi che non l'abbiamo vissuto. Buona giornata

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    1. Cara Cettina la vita ci fa capire tante volte le circostanze del passato, quando penso che Illario 2 anni più giovane di me abitante un un comune molto più grande di Sernaglia abbia vissuto quei ricordi mentre io già facevo il garzone in un panificio erano veramente altri tempi, noi eravamo molto più poveri.
      Grazie cara amica della tua presenza.
      Tomaso

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  7. Sono storie di vita vissuta che toccano il cuore, perchè si parla di periodi difficili, di regimi dittatoriali, di bambini che già da piccoli dovevamo subire un'insegnaemento duro...

    Caro Tomaso, grazie per aver riportato questa testimonianza, è bene tramandare i ricordi e non dimenticare quello che è successo un tempo.
    Un saluto affettuoso!

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    1. Cara Maris sono felice di vedere che ti sei interessata a questo racconto, che è molto bello, credo che se non lo hai ancora fatto leggi i primi capitoli della mia vita. Li pure ce tanto da leggere. Buona serata cara amica.
      Tomaso

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  8. Mi piace sempre ''ascoltare'' la storia da chi l'ha vissuta, si colgono sfumature che si perdono sui libri.

    Un abbraccio Tomaso

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    1. Cara Artemisia detto giusto sui libri vengono raccontate globalmente ciò che succedeva, ma detto da una persona che la ha vissuta fa sicuramente un'altro effetto, sono delle storie come quelle dei primi capitoli della mia vita, solo che questi scritti da Illario li sa meglio di me esprimere.
      Ciao e buona serata cara amica.
      Tomaso

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  9. Eh si questa storia ecc ecc anche mio marito le ricorda anche se era piccolo classe 37 io no sono venuta dopo 43. Buona settimana ciaooo

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    1. Cara Edvige questi racconti dovrebbero legger attentamente i giovani d'oggi!!!
      Buona serata cara amica.
      Tomaso

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  10. Bella testimonianza di vita.

    Ricordo e riconoscenza vero la maestra...sono stata molto colpita.

    Bacioni, Tom.

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    1. Cara Gianna tu come maestra avrai notato naturalmente questo racconto. Avrai visto che è corretto specialmente con la punteggiatura si vede già da li che questo amico a avuto più istruzioni di me io non ho potuto terminare la scuola per le ragioni che tu conosci.
      Ecco il motivo dei miei racconti personali dei miei capitoli.
      Penso che tu mi capisca a cosa mi riferisco. Un abbraccio.
      Tomaso

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  11. interessante testimonianza penso che le memorie del passato siano molto utile da leggere x chi non le ha vissute perchè voi siete l'esempio vivente di cio' che successe allora, la vs memoria storica è importantissima!!!! grazie a te , a Tiziano e a Ilario per avercene fatto partecipi!!

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    1. Cara Fiore un grazie a te per le tue giuste parole, le testimonianze vissute raccontate da chi le ha vissute danno più credibilità di qualsiasi libro.
      Ciao e buona serata cara amica.
      Tomaso

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  12. ciao Tomaso. E' sempre bello leggerti. Bella testimonianza di vita.

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    1. Cara Robby grazie della tua sempre presenza.Buona serata cara amica.
      Tomaso

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  13. Un bella storia...caro Tomaso ti abbraccio e un grosso bacio...

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    1. Questo mio nuovo amico, che ho conosciuto da poco è un vero testimone di quei tempi, cara Francesca.
      Ciao e buona giornata.
      Tomaso

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  14. Una testimonianza di vita davvero speciale, l'ho letta con vero piacere.
    I miracoli della tecnica servono anche ad avvicinare le persone.
    Vedo che ti stai preparando per s. Valentino con i cuoricini che cadono...
    buona settimana

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    1. Cara Adriana, mi fa piacere sentire che il racconto sia stato accolto bene da tutti/e voi. Questo nuovo amico forse mi farà avere nuove storie da lui vissute.
      Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  15. Ma povero Arturo! Non solo preso a botte dalla maestra, ma fustigato anche dalla madre. Tempi durissimi, allora, per tante ragioni. Tempi in cui la libertà era divenuta una parola senza senso.

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    1. Cara Ambra, veramente una bella storia, in certi argomenti pure divertente.
      Erano tempi che oggi nessuno può immaginare come erano veramente.
      Buona giornata.
      Tomaso

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  16. Ciao Tommaso, che bello leggere storie di vita vissuta che sono così lontane dalla mia realtà, si impara sempre dalle esperienze altrui!!!
    Buona settimana

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    1. Cara Laura, vedo che è abbastanza chiaro per tutti, che la vita in quel periodo era molto difficile, i giovani d'oggi dovrebbero leggere di più questi racconti. Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  17. Ciao Tomaso! Io sono nata dopo la guerra, ma sono l'ultima e i miei fratelli più grandi hanno frequentato le scuole proprio in quel periodo ed i loro racconti rispecchiano quanto scritto dal tuo amico!
    Certo erano periodi duri...specialmente durante la guerra...e c'era anche la fame vera!
    Carmen

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    1. Cara Carmen, è stato un periodo che ci ha insegnato tante cose, io già lavoravo in quei anni del racconto del mio amico.
      Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  18. Ciao Tom,
    i resoconti vissuti in prima persona sono sempre interessanti, quando poi sono pure ben scritti allora meritano un plauso.
    tanti cari saluti a te e al tuo amico Ilario.
    Un abbraccio.

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    1. Cara Guardiano, ecco cosa intendo dire in certe occasioni quando parlo che non ho frequentato molte scuole, questo amico è stato più fortunato di me nei suoi anni di scuola.
      Sono sicuro che l'amico farà piacere sentire i vostri commenti, un abbraccio.
      Tomaso

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  19. Quanto mi piacciono i tuoi racconti, me li sono letti tutti d'un fiato , mi hai fatto ridere della maestra hihi! pure mio padre mi racconta la stessa cosa!
    Un abbraccio buona giornata
    Anna

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    1. Cara Anna, questa storia fa in certi casi ridere, ma riflettendo era tutto molto serio, solo che lo ha vissuto può capire. Buona giornata, e un abbraccio.
      Tomaso

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  20. sono molto importanti i vostri ricordi Tomaso... dovrebbero essere conservati e raccolti e fatti leggere ai nostri figli.. per farli riflettere... per aiutarli a capire che ciò che hanno è arrivato dagli sforzi, dai sacrifici, dalle delusioni e dalla lotta di chi c'era prima di loro

    grazie a voi due, memoria del nostro ieri

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    1. Cara Vale, proprio questa mattina ho ricevuto un email da Illario il quale è rimasto contento di vedere molti commenti sulla sua storia, credo che ne metterò di nuovi racconti molto belli e ricchi di quel periodo di dittatura.
      Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  21. Un racconto molto interessante, questo che ci hai presentato, che apre uno spaccato su un periodo così lontano dalle esperienze di chi non lo ha vissuto
    Grazie al tuo amico Ilario per questo bel racconto.

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    1. Cara Krilù, non conoscevo l'esistenza di Ilario in quel tempo, il suo comune per noi era un centro come una città Pieve era vista da noi il posto dove potevano continuare a studiare, ricordo che molti del mio paese , finito le elementari andavo nelle scuole superiori che li esistevano. Molte cose anche per me sono nuove ed interessanti, perché a 12 anni io già lavoravo come garzone proprio in Pieve di Soligo, era il centro per noi, loro avevano le strade asfaltate, per noi era una città.
      Spero che Ilario mi dia ancora l'occasione di parlare di lui.
      Ciao e buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  22. Caro Tomaso io molte storie simili a queste le conosco , perchè vissute dai miei genitori.
    Buona serata Rakel

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    1. Cara Rakel, solo coloro che le hanno vissute le possono descrivere così bene!
      Ciao e buona serata.
      Tomaso

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  23. una bella soria che puòessere anche una pagina di storia,ti mando un caro saluto

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    1. Cara Gabe grazie di esserci, per leggere questo pezzo di storia di un ragazzo che ha vissuto questi episodi.
      Spero che mi manderà il suo curriculum che cosi vele posso presentare, per sentire altre cose di lui.
      Ciao e buona serata cara amica.
      Tomaso

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  24. Grazie Tomaso per aver voluto condividere con noi la storia raccontata da Ilario.. Storia di un tempo lontano, di cui ho sentito parlare dai miei genitori, dai miei nonni, e che non ho vissuto.
    Ti invio il mio abbraccio e cari saluti a te e alla tua dolce metà

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    Risposte
    1. Cara Paola, come avrai capito, il destino a volte ti fa fare delle conoscenze inaspettate, questa è una di quelle. Mi fa piacere sentire che a tutti è piaciuto, questo racconto, sicuramente me ne passerà ancora.
      Ciao e buona giornata con un abbraccio.
      Tomaso

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  25. Ciao Tomaso, chi meglio di te può raccontare la storia italiana passata. Nel bene e nel male ci dobbiamo fare i conti. Un caloroso saluto

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    1. Caro Alberto, lo sai che ce già differenza di quello che racconta Illario
      rispetto a come era al mio paese, è pure vero che io negli anni cruciali delle guerra già lavoravo.
      Buona giornata caro amico.
      Tomaso

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  26. Ciao Tomaso, questo racconto del tuo amico mi ha riportato indietro di tantissimi anni.
    In quel periodo io abitavo in provincia di Fiume perchè il mio babbo era là per lavoro. Nella scuola che frequentavo i bambini erano tutti slavi e perciò le maestre insegnavano l'italiano perchè quella zona che ora é Slovenia, era stata conquistata dall'Italia.
    Ricordo anch'io quelle canzoni e soprattutto l'olio di fegato di merluzzo che ci davano come riconstituente, ma che io non riuscivo a mandare giù...
    Non ricordo che le maestre fossero troppo severe, ma ligie all'insegnamento fascista!!!
    Ciao é bello ritrovare un amici della fanciullezza e penso che per te sia stata una grande emozione.
    Un abbraccio
    Bruna

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    Risposte
    1. Cara Bruna, solo chi lo ha vissuto quel tempo può veramente capire, immagino come fosse in quei tempo a Fiume, Pola e altre città che a quei tempi erano italiane, è li che era nato l'odio profondo verso il fascismo, non si può nulla dimenticare...
      Spero che se tutto va bene quest'anno
      potrò conoscere Illario, lui non può muoversi, spigherò il perché in un'altro post. Un abbraccio forte.
      Tomaso

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  27. Dire che sei una persona splendida..è troppo poco...
    Tomaso un abbraccione

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    Risposte
    1. Cara Carla, prima di tutto grazie della tua presenza, e poi del tuo complimento.
      Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  28. Buongiorno Tomaso,
    da tempo ti incontro nei blog che frequento e stamani mi sono soffermata ( e iscritta) nel tuo spazio virtuale.
    Sono preziose queste memorie, tue o di altri che le hanno vissute.Anch'io le ho ascoltate dai miei genitori.
    I testimoni diretti trasmettono i sentimenti, non solo gli eventi.
    Un caro saluto
    Marilena

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    Risposte
    1. Cara Marilena è veramente un piacere avere la tua visita, ti ringrazio pure che ti sei messa nei miei lettori, avrai capito che sono un vecchietto che non si arrende mai, vuole semplicemente sempre nuove amicizie che mi fanno capire quanto bella è la vita.
      Un abbraccio e a presto rileggerti.
      Tomaso

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  29. Ciao Tomaso questa storia Illario non me laveva fatta vedere, sembrerebbe una favola ma tu lo sai bennissimo era così io lo posso solo dire per sentito dire uno di questi giorni andro a trovarlo poi ti chiamo su skipe buona serata
    un abbraccio.
    Tiziano.

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    Risposte
    1. Caro Tiziano credo che Illario sia un libro aperto! E sicuramente avrà molti racconti da farci conoscere. Per il fatto di sentirci su skype provaci, che se sono in casa possiamo fare due chiacchiere, siamo coperti di neve.
      Un abbraccio forte, sotto la neve.
      Tomaso

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  30. Il tuo amico ha scritto un ricordo che é una vera palpitante lezione di storia e di educazione civica. Aggiungo solo che unisce ad una bella scrittura un'ottima memoria.

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    1. Caro Adriano, mi fa piacere che anche tu abbia ben accettato questo post, scritto molto bene, una vera lezione di storia.
      Io posterò nel prossimo post, una storia di questo distinto signore, con il cuore rimasto ragazzo!!!
      Ciao e grazie della gradita visita.
      Tomaso

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