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lunedì 18 febbraio 2013

UN RICORDO CHE MI A FATTO FELICE

Carissimi amici e amiche,
siamo sempre con S. Valentino.
Rimarrete stupiti di questo racconto.
Illario qui a superato se stesso


IL CARRO MASCHERATO


Ogni anno, nel mese di febbraio, ritorna l’appuntamento con il Carnevale e la memoria mi riporta puntualmente agli anni ’50, alla mia giovinezza.
Vicino a Pieve di Soligo, mia città natale, si trova Sernaglia della Battaglia, paese noto in quanto teatro dell’ultimo assalto che portò il nostro esercito alla vittoria di Vittorio Veneto. In quel tempo l’emigrazione era molto forte: gli uomini andavano a lavorare nei vari cantieri, chi in Francia, chi in Svizzera e rientravano per una pausa del lavoro invernale a Natale. Ripartivano poi dopo il 14 febbraio, giorno dedicato a San Valentino e patrono del paese, portandosi nel cuore gli affetti familiari, la nostalgia del loro paese natio ed il ricordo della sfilata dei carri mascherati.
Le risorse finanziarie erano molto scarse, ma la voglia di divertirsi negli ultimi giorni della loro permanenza in famiglia spingeva i sernagliesi ad impegnarsi, lavorando anche di notte, affinché nei lunghi mesi di distacco dalla loro comunità restasse scolpito nel loro cuore il paese in festa per il santo patrono.
Quel giorno di domenica, del 1950, ci accordammo in cinque o sei ragazzi diciottenni, per recarci ad assistere alla sfilata dei carri mascherati. Non avevamo a disposizione mezzi di locomozione e, giocoforza, dovemmo trasferirci a piedi. La giornata serena e la prospettiva di divertirci non ci fecero sentire il freddo molto pungente dei quattro chilometri del tragitto.
All’inizio del paese trovammo le vie già intasate dal folto pubblico accorso in massa anche dai paesi vicini. A stento riuscimmo a raggiungere il centro abitato, da dove partivano i carri per la sfilata. Finalmente, dopo lunga attesa, s’intravide un primo carro che avanzava lentamente, trainato dai buoi. Rappresentava una tipica famiglia contadina, intenta nei lavori invernali. Si notava la nonna con “l’aspo”1 mentre filava la lana, il nonno intento ad aggiustare gli attrezzi da lavoro, una bambina che ricamava un fazzoletto, la mamma che sferruzzava.
Non ricordo il secondo carro. Ma il terzo sì, eccome! Non credevamo ai nostri occhi: raffigurava un accampamento di africani che danzavano intorno ad un uomo bianco, seduto all’interno di una “cagliera”2, sotto la quale si continuava ad alimentare il fuoco. I negretti erano tutti in vestito adamitico, coperti solo ai fianchi da uno straccetto ed erano capitanati da un ragazzo sui vent’anni, con una vecchia sveglia al collo. Suscitavano sì tanta meraviglia ed ammirazione, ma nel contempo anche pena e commiserazione per il grande freddo di quel pomeriggio invernale. La sfilata durò più di due ore e, con il passare del tempo, il freddo aumentava. Si potevano notare, anche da lontano, i brividi grossi come fagioli che vagavano per il loro corpo. All’improvviso, con grande delusione dei presenti e senza un’apparente motivazione, il carro deviò per una stradina laterale. Che cosa era accaduto? Si era dovuto correre immediatamente ai ripari: l’uomo bianco, nella “cagliera”, si stava letteralmente “lessando” e, a forza di alimentare il fuoco.
L’acqua stava per bollire davvero ed il pover’uomo rischiava di scottarsi!
Ho sempre pensato che i componenti del gruppo si fossero presi qualche malanno a causa della rigida temperatura. Solo non molto tempo fa, a circa sessant’anni di distanza, ho saputo che tutto era finito bene e che nessuno ebbe un benché minimo acciacco. Forse perché dovettero sudare le proverbiali sette camicie per eliminare il nero che si erano dipinti su tutto il corpo. Ho anche saputo cosa avevano escogitato per colorarsi: avevano bruciato molta paglia per ottenere della cenere di cui si erano serviti poi, dopo essersi spalmati su tutto il corpo del grasso di maiale. A quel tempo le vasche da bagno e le docce con l’acqua calda erano un miraggio: i protagonisti impiegarono qualche ora, al “calduccio” di una stalla vicina, muniti di spugne, spazzole e sapone per riuscire a riprendere il colore naturale della pelle.
L’ideatore del carro, colui che portava la sveglia al collo, si chiama Tomaso, emigrante e residente in Svizzera da oltre cinquant’anni. So che anch’egli ricorda con nostalgia gli anni di gioventù vissuti a Sernaglia della Battaglia. Spero, in un giorno non troppo lontano, di potergli stringere la mano.

io Tomaso, aggiungo che colui che poi ci aiutò molto nella costruzione di quel carro fu il maestro, Lino Teofilo Gobbato, e tutti quelli della scuola serale, dove io feci la V° classe elementare, non mi era stato possibile farla nel 1941, per motivi  che io ero più utile in casa, andando cercare legna nei boschi per bruciare. Il maestro Gobbato fu il fondatore dell'associazione dei Trevisani nel mondo di Sernaglia.
Ecco la pagella del 1950 della scuola serale
 
questa vecchia foto si intravede
la vecchia sveglia al mio collo

 

Illario Zabotti
Pieve di Soligo, febbraio 2013


1 Aspo: strumento che serviva per arrotolare il filo formando la matassa.
2 Cagliera: tradizionale paiolo per la cottura della polenta, in rame battuto di grosso spessore, che ha pareti alte e leggermente convesse, il fondo bombato e un solo manico ad arco ribaltabile. 

Spero che questo racconti di Illario vi sia piaciuto 
un abbraccio forte forte a tutti/ 


49 commenti:

  1. è sempre bellissimo navigare nel tuo blog. C'è sempre qualche nuovo racconto: e questo è veramente romantico e spassoso allo stesso tempo con una leggera nostalgia dei tempi passati ciao

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    1. Cara Elisa, mi fa piacere sentire che questo racconto ti sia piaciuto, sono storie che non tramontano mai.
      Illario che era come spettatore lo ha descritto veramente bene.
      Grazie cara amica della gradita visita.
      Tomaso

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  2. Il tuo blog è un diario dai ricordi piacevoli. Buona serata

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    1. Cara Simona, è sempre bello vedere che passi per leggere questi vecchi racconti. Illario è veramente stato bravo nel descrivere quei giorni.
      Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  3. bel ricordo!!! ciao Tomaso! un saluto a Illario!

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    1. Cara Fiore, devo veramente ringraziarti della tua sempre presenza qui da me, io appena sistemato le cose necessarie. riprenderò a passare da tutti voi.
      Passerò il saluto a Illario, ciao
      con un abbraccio forte.
      Tomaso

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  4. Ciao Caro Tomaso hai ragione illario ha superato se stesso e domani andro a congratularmi di persona per aver saputo magistralmente descrivere in base a quel poco che le avevo racontato di come volevate lessare il povero uomo bianco alias Angelo e come avevate ricavato il nero per tingervi
    ciao un abbraccio
    Tiziano.

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    1. Caro Tiziano, Illario sa percepire con sensibilità tutti i suoi racconti, che leggendoli ti sembra di riviverli, come quei tempi. Ciao fratello buona giornata.
      Tomaso

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  5. Ciao Tomaso, bellissimi ricordi, complimenti chissa', come vi siete divertiti all'epoca, sembri un bronzo di Riace ahah, bellissimo, molto suggestivo, ciao grazie buona serata rosa a presto.))

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    1. Cara Rosa, sono racconti che basta che chiuda gli occhi per riviverli...
      Grazie cara amica della tua presenza.
      Tomaso

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  6. "nostalgia nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi".....
    bel post ricco di ricordi Tommy, ( ti posso chiamare Tommy?)

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    1. Cara Betty!!! dici bene! è una nostalgia, che mi fa ritornare indietro nel tempo, chiudendo gli occhi, un sorriso mi illumina di gioia, ricordando quei tempi. Naturalmente che mi puoi chiamare Tommy, è un nome che mi piace!
      Ciao e buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  7. Ciao Tomaso!! Complimenti al tuo amico Illario per il bellissimo racconto e anche a te per l'inventiva e la buona volontà ...mezzo nudo, con quel freddo!!
    Buona serata!
    Carmen

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    1. Cara Carmen, grazie del complimento!
      Devi pensare che io ero il più vecchio nella scuola serale e l'idea è partita da una lezione in classe che si doveva parlare dei cannibali africani.
      Così parlando con il maestro, abbiamo poi realizzato quel carro.
      Ciao e buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  8. Un racconto avvincente che ho letto con molto piacere e che è terminato a sorpresa con un giovanissimo Tomaso seminudo e tinto di nero.

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    1. Cara Krilù, 20 anni hanno molti ricordi!
      fra i quali anche brutti passati nel periodo della guerra, ma anche di belli!
      come questo racconto.
      Ciao e buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  9. Molto carino il tuo ricordo con una bella sorpresa finale.Buona serata

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  10. Bello il raccolto. Da me si dice "caliera".

    Bacio

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    1. Cara Kylie, quel nome non me lo ricordavo
      chiaramente, lo ho corretto io in un posto perché Illario lo aveva scritto non tutti due uguali!!!
      Comunque è stato divertente ricordare.
      UN bacione anche a te cara amica.
      Tomaso

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  11. Che bei reperti storici, caro Tomaso!

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    1. Cara Gianna, sono ricordi che l'amico Illario ha risvegliato in me una grande emozione. Un abbraccio forte.
      Tomaso

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  12. Molto divertente questo racconto ahahah.
    Ciao Tomaso buona giornata
    enrico

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    1. Caro Enrico, sai che certi particolari, che ha raccontato Illario, mi sono ritornati chiaramente in mente...
      Quante risale per pulirsi da quel appiccicoso cenere nero:)
      Ciao e buona giornata caro amico.
      Tomaso

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  13. Bravissimo Tomaso hai saputo far rivivere un ricordo dentro un racconto!!!
    Un abbraccio e buona giornata da Beastris

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    1. Cara Beatris, come avrai notato sono stato un po assente nei vostri blog, spero di ricominciare come ho fatto questa mattina.
      Parlando del racconto, io mi sono emozionato, ho rivisto ogni piccolo particolare. La vita è bella con i ricordi tutto ci fa sorridere.
      Tomaso

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  14. Il tuo blog è ricco di bei ricordi.
    Saluti a presto.

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    1. È vero caro Cavaliere! il mio passato ogni tanto lo rivivo su questi ricordi!
      Tomaso

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  15. Pur essendo trevigiana come te, conosco la parola cagliera, ma l'aspo non l'ho mai sentita!!! Non so se corrisponda al rochel...
    Bello questo racconto Tomaso! Grazie dei tuoi passaggi, mi fa semrpe piacere leggerti!
    Un strucon,
    Cinzia

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    1. Cara Cinzia, la provincia di Treviso ha molte parole che cambiano il significato anche da un comune all'altro, la parola
      l'aspo che Pieve usano a Sernaglia lo chiamavano proprio! Rochel:)
      Questo racconto di Illario mi ha veramente fatto ricordare chiaramente quei momenti molto divertenti.
      Buona giornata cara amica.
      Tomaso

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  16. troppo belli i racconti mi ci perdo!!
    Un abbraccio!!

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    1. Cara Anna, grazie di esserci per questo racconto di ricordi della mia gioventù.
      Illario lo a descritto molto bene.
      Ciao e buon pomeriggio cara amica.
      Tomaso

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  17. Carissimi tutti, troppo encomiabili nei miei confronti, la mia ammirazione va tutta a questi due fratelli, Tomaso e Tiziano Scarpel vero esempio di amore fraterno in più, fonte di arte e saggezza. Un abbraccio a tutti voi.
    Illario

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    1. Caro Illario, i fratelli Scarpel sono orgogliosi di averti conosciuto!
      Io attendo con ansia di stringerti la mano... Caro amico.
      Tomaso

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  18. Caro Tomaso non trovo il commento che ti avevo lasciato. Cari ricordi e piacevoli. Buona serata

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    1. Cara Cettina, sono stato da te e ho provato a spiegarmi del mancato commento.
      è molto strano non mi era mai capitato che un commento fatto non sia venuto.
      Mi potresti dire su quale post lo avevi fatto? Comunque nulla di grave, mi dispiace e spero non succeda più.
      Un abbraccio forte forte.
      Tomaso

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  19. Che bei ricordi..è bello venirti a trovare, si trovano sempre delle belle storie.
    Buona serata, Stefania

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    1. Cara Stefania, il mio blog parla sempre di passato e presente, questo è il vero passato!!! Grazie della tanto gradita visita cara amica, un abbraccio forte.
      Tomaso

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  20. ho avuto problemi col pc e arrivo solo adesso...troppo divertente il racconto e le foto. Che bravi che eravate stati e che idea quella del carro!! Bellissimi ricordi

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    1. Ciao Adriana, spero che il tuo PC non faccia più i capricci! Mi fa piacere sentire che ti è piaciuto il racconto dell'amico Illario, lo a scritto con maestria, ed è stato bello per me, rivivere quei momenti, di un tempo.
      Buon pomeriggio cara amica.
      Tomaso

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  21. Buon giorno nonnetto,leggerti e' sempre piacevole,perche' tutte le tue storie sono vere...anche se avolte superano l'immaginazione...ai vostri tempi si che la vita la si viveva con entusiasmo!!!!!!!Grazie Tom,per i tuoi racconti!!!!!

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    1. Grazie a te cara Raffaella, è sempre un piacere vederti nei miei commenti.
      Questo racconto mi a riportato indietro nel tempo e sicuramente mi son fatto una risata... Buon pomeriggio cara amica.
      Tomaso

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  22. Ciao carissimo Tomaso, bellissimo il racconto di Illario e grande l'ingegno tuo e dei tuoi amici!
    Buona giornata!

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    1. Cara Sciarada, a quei tempi con vent'anni, e più trovandomi a scuola serale, è bastato un lampo per decidere di fare questo carro tutti quelli della classe si sono impegnati a fondo!!!
      Pensandoci ora mi viene da ridere:)
      È stato bellissimo, buona serata, amica.
      Tomaso

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  23. ciao caro Tomaso, vedo che stai bene, non mi ricordavo della parola cagliera. Bello ricordare ciao un abbraccio

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    1. Cara Aliza, quante parole del nostro dialetto sono finite nel dimenticatoio.
      Che anni erano quelli con niente eravamo felici e si sorrideva sempre.
      Ciao e un abbraccio forte forte.
      Tomaso

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  24. ciao
    sono passata per mandarti un salutino.

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    1. Cara Robby, sei sempre benvenuta!!! con un abbraccio forte, e buona serata.
      Tomaso

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  25. Grande pagina di genuina e sana storia popolare!

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    1. Caro Adriano, per me è stata una ventata di ricordi!!!
      Illario li a descritti perfettamente.
      Rinnovo la buona serata caro amico.
      Tomaso

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Benvenuti qui cari amici e amiche, se poi volete lasciare anche solo un saluto, sarà sempre molto gradito. vi ringrazio con un sorriso:-)